lunedì 18 luglio 2011

INDIA - NUDI? NO, GRAZIE.



Rapporto difficilissimo, quello degli indiani con il sesso, nonostante il Kama Sutra e le sculture matte di Khajuraho. Nelle grandi città ancor oggi fanno affari d’oro i procacciatori di mogli e di mariti per i matrimoni combinati dalle famiglie. Specie di ruffiani lautamente pagati, allo scopo di scovare la ‘scelta migliore’. Shekhar, un caro amico di Goa, oggi ultracinquantenne, ricorda il trauma del primo incontro con la moglie Ameeta, quando aveva circa vent’anni. Mai vista prima, ‘piazzatagli’ a tutti i costi dalla famiglia. Vennero presentati su una spiaggia, con le relative famiglie che facevano da accompagnatrici. Hanno avuto due figli, lei cucina (una volta in cui ho chiesto un bicchiere d’acqua a Shekhar manco sapeva dove fossero i bicchieri, a casa sua), lui porta a casa lo stipendio. ‘Ma se potessi tornare indietro…’, mi ha confessato un giorno. Goa, in particolare, è lo Stato della federazione indiana più emblematico nei confronti del sesso. Invaso da turisti per i quali India equivale a vacanza, topless a liberazione. Sullo sfondo un induismo dominante, perbenista, e minoranze cattoliche (quella più ‘sportiva’, in termini di abbigliamento) e musulmane. Dopo i divieti anti-nudisti dei primi anni Novanta, assolutamente inefficaci, ora i politici di Goa, terribilmente influenzati dai leader religiosi, hanno ripreso le crociate contro il capezzolo selvaggio. Basta topless (soprattutto inglesi), basta orridi tanga maschili (soprattutto italiani). Basta turisti russi che hanno scambiato Goa per un capannone dismesso da rave party. L’idea sarebbe quella, se possibile, di elevare la ‘qualità’ degli stranieri che sbarcano ogni anno, a frotte, all’aeroporto di Panjim. Gente che stia meno ma che spenda di più. E che, soprattutto, si copra un po’. I low-cost importano grandi quantità di bionde britanniche che sfoggiano scintillanti piercing capezzolari sulle spiagge di Calangute e Candolim, tra gli sguardi esterrefatti e parecchio eccitati di molti locali che toccano una donna solo nei sogni o a matrimonio celebrato. A Vagator e Morjim imperversano tanga di bruttezza rara, a coprire simbolicamente organi riproduttivi e peluria assortita di Italian stallion che, nel nome tardo-freak di Sora Natura, sfoggiano il tricolore. Qualche tempo fa, a Panjim, un concorso di bellezze locali in bikini è stato accolto dall’opinione pubblica - in gran parte indù - come una manifestazione terrena di Kali, la dea cattiva. I musulmani manco si sono espressi in materia, per loro un tale concorso era fantascienza nera pura. Nulla da segnalare da parte delle cattoliche, che a Pasqua indossano gonne mozzafiato durante le processioni della Settimana Santa. La lotta filosofica per il centimetro di pelle più o meno coperto, per il dilemma bikini si/no, dunque, è interreligioso. E, come tutti i dilemmi, non privo di ipocrisie. Da un lato la consapevolezza che il turismo è una fonte di ricchezza fondamentale nella regione, dall’altro lo scontro con i molti tabù di matrice religiosa. Essendo i cattolici in minoranza, ecco dunque arrivato un nuovo opuscolo, da diffondere ai turisti, una specie di vademecum per comportarsi bene, soprattutto in termini di abbigliamento. Tra i legislatori locali, inoltre, circola la voce di corridoio di ridurre il visto turistico a soli trenta giorni, così da rimandare al mittente le legioni di tardo-hippy che a Goa svernano senza contribuire all’economia, se non alla propria (pusher nostrani, speculatori edilizi russi ecc.). Per stare sul sicuro, d’ora in poi: costume intero per le Signore, bermudoni per i Signori.



Scarlett, una brutta ombra su Goa
È impossibile descrivere la Goa attuale senza citare la brutta storia di Scarlett Keeling. Agli inizi del 2008 la povera quindicenne inglese, persa tra crisi adolescenziali, droghe e alcol, figlia di una madre freak con prole sparsa ai quattro venti, fu stuprata e uccisa nella spiaggia di Anjuna. Trovato il corpo, la polizia se ne lavò le mani, sostenendo che la giovane era affogata. La madre era freak ma non cieca, e notato qualche indizio poco chiaro si mise a indagare da sola, in puro stile CSI, sbattendosene di quegli scaldasedie dei poliziotti. In pochi giorni la verità venne a galla e scoppiò il casino, rimbombato ai quattro angoli del globo. Il caso, da ‘semplice’ stupro finito nel peggiore dei modi, si trasformò presto in una crociata internazionale. Gore (stranieri) depravati e decadenti Vs nativi benpensanti (ma gli stupratori erano perlopiù giovani locali). Bikini Vs sari. Sballo Vs Shiva. Turismo sì, turismo no, se sì a quali condizioni. Vecchia storia, da queste parti. Mesi e mesi di polemiche sui giornali, fra prolusioni dei politici, voci di popolo, poliziotti trasferiti, comunità freak in rivolta. Primi accenni di una guerra ideologica noi/loro. I vecchietti del Sussex in pensione a Calangute iniziarono a essere trattati da stranieri, mentre fino ad allora erano solo stranieri con i soldi. E arrivò la regolare purga anti-party. Leggi ridicole proibizionistiche sull’orario di chiusura dei locali, con il buio tutti a nanna. Ma chi va a Goa, gore o indiano che sia, si vuole divertire. La gente di Morjim è ancora lì che ride, raccontandosi le facce dei poliziotti intervenuti una bella sera a sedare un party in spiaggia oltre orario di chiusura del sole. Arrivati sul bagnasciuga non si sentiva alcuna musica. C’era solo un gruppo di gore salticchianti nel più assoluto silenzio. Dov’è la festa?, chiese il più giovanotto dei tutori dell’ordine. È qui la festa, gli rispose qualcuno che si degnò di prenderlo sul serio. Una DJ aveva avuto la bella idea di dotare i ballerini di cuffie nelle quali la musica era trasmessa via qualche marchingegno elettronico, telepatia o simili, non ricordo bene.



Guardoni, un’antica piaga
La cultura Hindu e quella dei turisti smutandati fanno a pugni fin dai tempi dei figli dei fiori, a Goa. Questo piccolo Stato è considerato a regione ‘sporcacciona’ dell’India, grazie alle spiagge e all’alcol. Di conseguenza attira orde di maschi giovani arrapatissimi – prima del matrimonio in India NON si fa festa – dalle regioni confinanti, Karnataka in primis. Ricordo già al primo viaggio, nel 1990, di aver visto piccole pattuglie di uomini passare ‘casualmente’ dietro le natiche di qualche scandinava seminuda a rosolarsi sulla sabbia e scattare, veloci veloci, una foto ricordo. Internet allora era ancora teletrasporto, per cui anche una semplice foto stampata su carta conteneva sogni inenarrabili. I passeggiatori con l’occhio prensile erano i più coraggiosi, quelli meno temerari, invece, si masturbavano dietro gli scogli. In una mano un binocolo, nell’altra… indovinate che cosa. 


Qualche anno fa, quando ho vissuto a Goa, ho sudato le famose sette camicie a difendere il territorio (la fidanza importata). Mentre un giorno giocavo il mio amato frescobol (tennis da spiaggia brasiliano) con Shekhar, con la coda dell’occhio vidi un gruppetto di finti disinteressati che immortalava con il telefono cellulare le parti basse della MIA fidanza. Non ci vidi più. Scagliai la mia amatissima racchetta contro il gruppo, che si diede alla fuga. Ne riuscii ad afferrare uno e lo sequestrai finché l’amico dell’amico non mi portò il telefono del fotografo d’assalto, da cui estrassi la sim card e la diedi in pasto ai pesci. La sceneggiata attirò orde di ficcanaso, fra cui qualche turista occidentale che mi diede pacchette sulle spalle di solidarietà intellettuale. Ma… è possibile che questa sia l’unica maniera di gestire la questione? Gli indiani, forse, prima o poi, dovranno fare i conti con la propria tradizione del celibato fino al matrimonio. Solo così, forse, gli uomini con il testosterone a mille, troveranno un po’ di pace. La brutta rogna degli stupri, d’altronde, non è una piaga che coinvolge solo le turiste straniere – considerate di ‘facili costumi’, dunque, secondo alcuni scimmioni più ‘meritorie’ di sesso, volenti o nolenti (!) -, ma in primis le donne indiane, come così spesso ci riporta la cronaca da quel bellissimo Paese. Che sia giunta l’ora di dare un giro di vite al testosterone selvaggio, bilanciandolo con un po’ più di tolleranza nei confronti della scoperta del sesso prematrimoniale?




Parzialmente pubblicato su Panorama Travel

altre foto di Goa su:


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