lunedì 18 luglio 2011

BRASILE - BÃO!


Cani do Brasil

Fra terzo e primo mondo, il Brasile si dibatte fra estremi sociali ed economici agli antipodi. Così come il mondo degli umani, quello brasileiro a quattro zampe è ricco di contrasti. Nel bene e nel male, tra miserie ed eccessi. Eccone un ritratto.

Vita da vira-lata
Muso nella spazzatura, collezioni di dermatiti in ordine sparso, fame di cibo e di carezze. Queste le caratteristiche del ‘migliore amico dell’uomo’ terzomondista, in Brasile come in troppi altri luoghi. Spesso dimenticato da quello che dovrebbe essere il suo migliore amico, ma non sempre. Ha fatto una certa impressione vedere l’immagine, durante l’ultima disastrosa alluvione che ha inondato vaste zone del Nord-est, di uno sfollato che, cercando di salvarsi tra i flutti d’acqua che avevano raggiunto il tetto della casa, portava in braccio il proprio cane. Cane comune, niente di pregiato, almeno dal punto di vista commerciale. Chi non si può permettere razze quotate in borsa adotta spesso un ‘vira-lata’, letteralmente ‘gira-barattolo’. Questo il buffo soprannome dei bastardini, pardon, meticci brasiliani. Di tutte le taglie e di tutti i colori, come ogni meticcio che si rispetti. Vagabondi, con prole in costante crescita e fuori controllo, affollano città e zone rurali, combattendo ogni giorno la battaglia del famoso pane quotidiano. Sul litorale, nei punti turistici, affollano i ristorantini che vendono ottimo pesce fritto, nella speranza di ottenere qualche avanzo. Ingoiano tutto, spine incluse: la fame è atavica, e certe sottigliezze dell’apparato digerente sono un lusso riservato ai quartieri alti.




Uno scioglilingua, non per tutti
Volete mettere alla prova le vostre capacità linguistiche in tema canino? Provate a pronunciare l’omologo brasiliano di hot dog: cachorro quente,‘cane caldo’, il panino con il wurstel: si pronuncia casciòho chèncie, provare per credere…



Dalla favela
Simbolo di machismo globale, il povero pit bull è diventato, probabilmente contro il proprio volere, simbolo di aggressività e di idiozia (del proprietario). In alternativa è molto apprezzato il fila (http://it.wikipedia.org/wiki/Fila_Brasileiro), mastino brasiliano doc, riconoscibile di solito per il manto bruno a striature nere e bianche (ma ne esistono tipi privi di striature). All’apparenza mansueto, il fila, se imbestialito a dovere, ha capacità aggressive fuori dal comune: durante la colonizzazione era usato dai portoghesi per tenere buonini gli schiavi. In teoria cane ‘da difesa’, in realtà status-symbol da favelado di successo/potere, il pìci-bulli (pron. brasileira del pit bull) domina la favela. Pochi barboncini e bassotti, in giro. Nelle baraccopoli s’hanno da far vedere i muscoli, a due o a quattro zampe che siano. Incontri di lotta all’ultimo sangue, con relativo giro di scommesse, vengono organizzati dai subumani di questo submondo, a Rio de Janeiro quanto nei cortili della camorra. Collare tutto-borchie da metallaro e guinzaglio fatto con una catena da leone sono l’uniforme ‘da passeggio’ di un pit bull brasileiro che si rispetti. Un luogo impedibile per (provare a) comprendere un certo tipo di imbecillaggine è la Feira do Sol (Fiera del Sole), un mercatino domenicale che si tiene a Goiânia, città senz’anima di oltre un milione di abitanti, capitale dello stato di Goiás. Lì, ogni domenica pomeriggio, c’è un bel un mercato in cui si vendono cuccioli pregiati, al novanta percento cani e, occasionalmente, qualche micio. Il vero punto di forza - se così si può dire - del mercato, però, è lo show che, immancabile verso l’ora del tè, si tiene. Gli orgogliosi proprietari di pit bull si radunano alla base di un grande albero e aizzano i propri animali contro un copertone d’auto issato con una corda fra i rami. I cani, impazziti di desiderio di affondare i denti da qualche parte, al via! del proprietario si lanciano contro la povera gomma, vincendo forza di gravità e ridicolizzando l’Uomo Ragno. Infilati i canini nel copertone, vi rimangono appesi come salami rabbiosi per interminabili secondi. Vince chi vi rimane attaccato più a lungo.



Confusione bambina
Un giorno, parlando con un bambino di strada brasiliano, finimmo a conversare di cani. In un mix tra Hollywood e questioni canine, il ragazzino mi confessò: “Ah, come vorrei un Bull Pitt!”.




Alla novela
Una quindicina di anni fa qualche novela (telenovela) deve aver introdotto, tra le avventure di qualche famiglia borghese, un barboncino bianco. Da quel giorno, dall’alba al tramonto i poodle hanno cominciato a impossessarsi dello sterminato Brasile. Nel giro di un anno in giro si vedevano solo barboncini bianchi. Prima soprattutto nelle zone chic delle città, oggi dappertutto, nei quartieri popolari così come nelle campagne. Divenuti più accessibili come prezzi, sono diventati fedeli animali da compagnia anche delle fasce sociali meno benestanti. Poi sono stati seguiti da battaglioni di quattrozampe più o meno delle stesse dimensioni: bassotti (salsicha), chihuahua ecc. E l’industria non è rimasta a guardare: accessori a go-go (maglie della Santa Seleção da passeggio, abiti carnevaleschi, bandane, collari colorati e pregiati, pappe a cinque stelle), per tutte, o quasi, le tasche. I negozi di accessori per animali hanno cominciato a pullulare anche in zone delle città in cui fino a poco tempo prima si vendevano esclusivamente birra e fagioli. Marche pregiate si sono fatte avanti nel mercato, ad esempio Mafia Canina (http://www.mafiacanina.com/nossahist.html), nata come clinica veterinaria a São Paulo e poi allargatasi nel proficuo mondo del brand. Viziati quanto i loro proprietari, i poveri barboncini brasiliani, nella follia modaiola collettiva, si sono così ritrovati oggi ad andare in giro addobbati come alberi di natale: fiocchetti rosa tra i capelli, vestitini multicolor, guinzagli dalle tinte scintillanti e scarpine protettive per il rigidissimo inverno brasiliano. Qualche rara proprietaria dell’élite paulistana ha iniziato a seguire la moda statunitense di colorare i poveri cani, perlopiù di rosa e, in occasioni calcistiche d’importanza nazionale, giallo e verde. Tinte provvisorie, ipoallergiche, che durano da una settimana a un mese. Chissà che cosa ne pensano le vittime.






L’invincibile Dr. PET
E pure la televisione, Grande Cervello del Brasile, non è rimasta a guardare. ‘Ispirato’ a un programma statunitense, sta avendo enorme successo catodico Dr. PET (http://www.rederecord.com.br/programas/drpet/home.asp), trasmesso la domenica sera da Rede Record nel suo show Domingo Espetacular. Il giovane dottore (veterianario-addestratore), con fare professionale e sicuro di sé, è in grado di ‘aggiustare’ comportamenti canini fuori dal seminato. Ogni puntata un’avventura. Chi ha problemi con il proprio cane fa un breve filmato a riguardo, lo pubblica su YouTube, poi invia il link relativo alla Record. Le storie più interessanti vengono prese in esame da Dr. PET e dalla sua équipe: Sofía, vira-lata astutissima e addestratissima, e da un gattone rosso. La prima con gilè tutto cerniere - come quello di Dr. PET - e scritta Assistente, il secondo con gilè e scritta Estagiário (Stagista). Tra le storie più succose che abbiamo assistito per voi: pit bull padre e relativo figlio che si sbranano se messi a contatto (Dr. PET ha risolto la questione ‘rieducandoli’ alla convivenza sociale, con il fondamentale ausilio di Sofía); cagnone di quaranta chili di peso, ingovernabile dalla proprietaria, trainata dal medesimo al guinzaglio come se fosse una ruota di scorta (Dr. PET ha risolto la questione con un guinzaglio di stile equino e con l’ausilio dei suoi due assistenti); Charlotte, cucciolo di bulldog, sorda dalla nascita (Dr. PET ha risolto la questione con un sistema di segnali luminosi, spray e gesti delle mani). A missione compiuta, immancabile, Sofía ‘dà i cinque’-  tipo giocatore di basket americano che ha appena fatto un canestro -, zampa contro la mano di Dr. PET.

Pubblicato su Quattro Zampe






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