lunedì 18 luglio 2011

BRASILE - IL LUOGO SENZA PAESAGGIO


Brasilia, un viaggio attraverso la stranezza

Brasilia occupa un luogo senza paesaggio. Il paesaggio è stato creato dalla sua architettura.
(Lúcio Costa, 13 febbraio 1997)

Che Brasilia fosse un luogo bello strano se n’era accorto pure papa João Paulo segundo, al suo secondo tour nel ‘País do Futuro’. Nel 1991 visitò sette città brasiliane, tenendovi trentun discorsi & omelie. Wojtila ben sapeva che la piazza era occupata da una miriade di sette e settine, dagli sciroccati sgozzagalline del candomblé e dal fagocitante blob evangelico, colato dagli States e lentamente impossessatosi dello sconfinato Brasile. Concorrenza spirituale difficile da debellare, con un oceano e più di distanza da San Pietro. Però, a Brasilia JP - i brasiliani, come gli americani, adorano gli acronimi - non si aspettava un tale flop. L’Esplanada dos Ministérios, una spianata con diciassette palazzi ministeriali in tutto e per tutto identici, aveva buchi di presenze, qua e là. Si scorgevano dolorosi vuoti nel manto erboso. Lo stesso dolore prese allo stomaco il battaglione di venditori ambulanti che, investito tutto ciò che non avevano in lattine di birra e guaraná, avevano piazzato solo parte dello stock ai fedeli accaldati. L’ulcera guarì la notte del 27 ottobre del 2002, quando Luíz Inácio ‘Lula’ da Silva fu eletto presidente. Non erano più tempi di presidenti cocainici, come il corrottissimo Collor. La gente, quella che ogni giorno si spaccava organi vitali per andare su e giù dalle città satellite e venire a lavorare nei cubicoli di Brasilia, aveva deciso di voltare pagina. Vero presidente-operaio, Lula era stato digerito perfino da molti industriali liberal o meno liberal. Quale luogo migliore per assistere alla Vittoria (o alla Sconfitta)? Quando arrivarono i risultati, i pe-tisti (da PT, pe-te, Partido dos Trabalhadores, partito dei trabagghiatori), rossi nell’animo e nelle magliette, per non parlare delle bandiere, esplosero nel carnevale più liberatorio dai tempi di Orfeo negro. Allora sì che i venditori ambulanti fatturarono cifre serie: le lattine di birra Skol finirono in mezz’ora, qualcuna piena e sul parabrezza di un barricadero della fazione opposta che, mentre passava, si era scordato di togliere dall’auto la tappezzeria di poster e volantini nemici. I brasiliani sono focosi, è noto, e un ex sindacalista al palazzo presidenziale non era roba di tutti i giorni. Le strade di Brasilia presero fuoco, arroventate da caroselli d’auto a bruciare carburante e da passeggeri a svuotare lattine. La birra accese e spense le fiamme.


Santi, camionisti, aviatori, massoni
Che Brasilia fosse un luogo stranissimo me ne sono reso conto nel profondo dell’anima la volta in cui andai a fare un reportage al Vale do Amanhecer, la ‘Valle dell’Alba’. Maggior centro di spiritismo del Brasile, fu fondato nel 1969 alle porte di Planaltina, una delle tante città satellite di Brasilia, da ‘Tia’ (zia) Neiva, ex camionista. Stanca di trasportare bestioni attraverso l’immenso Brasile, nove anni dopo la fondazione di Brasilia Tia Neiva decise di prendere tutte le religioni del creato, dai riti inca a quelli troiani, metterli nel frullatore e riversare il contenuto in una comunità incomprensibile ai più. Accompagnato da una guida con spille marziane sul gilè, un giorno ho provato a capire qualcosa del posto. Non è stato facile. Basti pensare che uno dei riti, quello più tranquillino, è di raccogliere almeno duemila firme su un quaderno - lo stesso firmatario per fortuna può ripetere l’autografo più volte - per ‘disincarnarsi’ dallo spirito che ci ha posseduti. Io ho firmato, per carità, sai mai che. Tutto quel lavoro di polso, però, non è bastato a non farmi venire seri dubbi sul mio ateismo nel momento in cui, all’interno di una ‘piramide energetica’, la mia Nikon è improvvisamente morta. Perché proprio lì? Perché in quel momento?? Spiriti o non spiriti, ricordo che, anche se non capii una mazza di ciò che avveniva nel Vale, intesi come il luogo, nonostante usasse un linguaggio strettamente per addetti ai lavori, avesse il grande merito di accomunare persone diversissime tra loro in cerca di qualcosa (non chiedetemi che cosa). Tant’è che vi trovai un anziano napoletano, lì da anni. E, poco più in là, nella Cidade Eclética, ebbi l’ennesima conferma di come Brasilia sia un luogo stranissimo. Nel vicino stato del Goiás, nel cuore del quale il ‘coriandolo’ Brasilia fu ritagliato dal presidente Juscelino Kubitschek (JK), la ‘città eclettica’ era stata fondata non da una ex camionista ma da un ex aviatore. Mestre Yokaanam, il ‘maestro’, aveva usato un’altra marca di frullatore, ma il frullato era simile. Piloni della sua dottrina erano un mix di massoneria, spiritismo, omeopatia e filantropia. Ora capite le radici del mago do Nascimento, no?


Che ci faccio qui?
Che Brasilia fosse un luogo bello strano me ne sono reso conto la prima volta che l’ho visitata. Appiedato, vuoto nelle tasche ma pieno di buona volontà, andai su-e-giù per la ‘fusoliera’ del PP (Plano Piloto, ‘piano pilota’, l’asse centrale della struttura a forma di aereo che rappresenta il cuore della zona ministeriale) cento volte cento. Distanze apparentemente brevi, all’atto pratico segapolpacci. Finii ospite di amici degli amici, in un cubicolo tra le case disegnate per gli impiegati. Oscar Niemeyer e Lúcio Costa avevano progettato una città idealmente vivibile, all’atto pratico impossibile. Come Brasilia decollò, i ceti che Niemeyer avrebbe voluto livellare finirono ancor più nel fondo della voragine tra i ricchi - ambasciatori e loro rifornitori di coca - delle belle villone che circondano il lago Paranoá e gli impiegati confinati in appartamentini con metrature sovietiche. Mai in vita mia ho sbattuto tanto ginocchia e gomiti per andare in bagno o aprire un frigorifero, quanto a Brasilia. Perdonai, però, i miei padroni di casa che, anche se mi avevano messo a dormire nello sgabuzzino per le scope, iniziarono a portarmi in giro in auto (alleluia). Lì passai al volo dalla claustrofobia alla vertigine da sostanze non riconosciute dal governo. Non perché i miei amici fossero fricchettoni amanti della maconha (marijuana), ma perché Costa aveva disegnato anche strade non-per-tutti. Di certo non per quelli come me, cresciuti in città fatte dagli antichi romani, con l’arrogante mania di dare nomi alle vie. A Brasilia si procede a numeri, lettere, settori, quadras (isolati) e superquadras, divise in Nord e Sud. Quartieri residenziali, simili a sequenze di cubi che, oltre alle abitazioni, mai superiori ai cinque piani, ospitano sempre una scuola, una chiesa, un mercato e un supermercato. Quattro di questi quadrati, uniti tra loro, costituiscono un bloco, un quartiere. Dopo aver chiesto cinque volte di fila “ehi, ma non siamo già passati di qua un minuto fa?” ai miei amici-autisti, ho capito che a Brasilia le cose erano diverse e mi sono dato una calmata. Però, ancor oggi, non posso fare a meno di sentire onde dalle parti del cervelletto quando passo un incrocio, un semaforo, un isolato in tutto e per tutto identici a quelli di tre isolati fa. I brasiliensi, come diavolo fanno ad abituarsi?


Pi-pì, il Plano Piloto
Il rito classico dell’esplorazione della ‘fusoliera’ parte dall’estremità settentrionale dell’Eixo Monumental, l’Asse Monumentale che inizia con il Memoriale JK, dedicato a Kubistchek. Opera di Niemeyer, conserva la tomba dell’ex presidente - morto in un incidente automobilistico nei pressi della capitale -, onorificenze, oggetti personali e fotografie. All’entrata svetta il monumento a JK, una sua gigantesca statua avvolta da una specie di falce in cemento bianco. Segue il Memoriale dei Popoli Indigeni, museo dedicato alle etnie brasiliane pre-conquistadores. Al capo opposto dell’Eixo Monumental la Torre della TV, non una bellezza, ma è la quarta più alta del mondo (218 m). Progettata da Costa, ha un salone panoramico (75 m) da cui si gode una vista spettacolare sul PP. A lato il Museo Nazionale delle Gemme e, più avanti, il ‘fiore capottato’ della Cattedrale Metropolitana (1970), dedicata a Nossa Senhora Aparecida, la patrona del Brasile. Nella navata sotterranea può ospitare 40.000 persone sedute. Ideata da Niemeyer, conserva tre angeli in alluminio che pendono dal tetto e una copia della Pietà di Michelangelo. Il Teatro Nazionale, a forma di piramide azteca (senza vertice), è nei pressi della trafficata rôdoviária, l’autostazione municipale. Si giunge dunque alla Praça dos Três Poderes, con un grande busto di JK e la scultura di Bruno Giorgi Os Candangos, simbolo della città: così, in origine, gli africani chiamavano i portoghesi; poi questo nome si estese agli operai che costruirono Brasilia e, quindi, agli abitanti della città. Qui si trovano il Congresso Nazionale (con le cupole rovesciate del Senato e della Camera), il Palazzo del Planalto (sede della presidenza, con picchetto militare), il Tribunale Supremo Federale, il Palácio do Itamarati (originale della copia di palazzo Mondadori a Segrate, con un giardino acquatico di Burle Marx e la scultura O Meteoro di Alfredo Ceschiatti), il Palácio Buriti (sede del Governo del Distrito Federal, conserva la scultura A Loba Romana, copia della Lupa di Roma, donata dalla prefettura di Roma). Di fronte al Planalto, lungo la rampa, due volte alla settimana si può assistere alla cerimonia del cambio della guardia. A volte vi partecipa anche il presidente. Alla fine dell’Eixo Monumental le geometrie bizzarre del Panteão da Liberdade e da Democracía (un memoriale dedicato agli Inconfidenti - i ribelli indipendentisti del Minas Gerais - e all’ex presidente Tancredo Neves, il primo eletto democraticamente; al lato svetta la grande bandiera brasiliana su un altissimo pennone), il Palácio da Justiça (Ministero della Giustizia) e il Palazzo dell’Alvorada (residenza privata del presidente; fu il primo palazzo di Brasilia, costruito nel 1958).


La profezia, il paesaggio virtuale
Che Brasilia sia un luogo strano, e che sempre lo sarà, ormai lo avrete capito. Le linee matte dell’architettura, il senso di smarrimento, l’incontro di politici, lavoratori, maghidonascimento, papi, sindacalisti, presidenti sindacalisti, tutti assieme appassionatamente in un unico luogo sotto il cielo blu del Brasil e circondati da fazendas grandi come le nostre regioni, non potrebbero non dare una vertigine a chi vi mette piede. Come disse Don Bosco, che nel 1883, ‘rapito dagli angeli’, proclamò: “Io vidi le viscere delle montagne e il fondo delle pianure. Ebbi sotto gli occhi le ricchezze incomparabili di questi paesi, le quali un giorno saranno scoperte... Tra i paralleli 15 e 20 vi era un alveo molto largo ed esteso che partiva da un punto dove si formava un lago... Allora una voce disse all’improvviso: quando si verrà a scavare le miniere nascoste nel mezzo di queste montagne, apparirà in questo luogo la terra promessa, dove scorrerà latte e miele. Sarà una ricchezza inconcepibile”. A Brasilia, tra i paralleli 15 e 20, non ci sono montagne, ma questo è un dettaglio irrilevante, a fronte della potenza delle visioni. Il latte e il miele, è vero, abbondano (nei supermercati). La ‘ricchezza inconcepibile’ in effetti c’è, e spesso il telegiornale ne parla (quella che alcuni deputati e senatori ricevono sottobanco). Visioni a parte, certo è che non mi stanco mai di vedere e rivedere L’Uomo di Rio, film sciocchino con un Jean-Paul Belmondo nel fiore della sua frenesia attorale, mentre scorazza in un’avventura ginnica delle sue tra una Brasilia ancora in costruzione. Cantieri, terra rossa e scheletri di quelli che saranno i monumenti folli e bellissimi di Niemeyer. Nulla, come quel film, mi fa intravedere la stranezza surreale della città che verrà.


AMBASCIATA
a Roma, piazza Navona 14, tel. 06.683981, fax 06.6867858.

IN RETE
www.sensational.braziltour.com
Sito dell’Embratur, l’ente del turismo brasiliano, con un bel filmato sugli spettacoli naturali dell’immenso Paese.
www.dicasdebrasilia.com.br
Sito governativo, con un elenco dettagliato delle istituzioni della capitale, ma anche foto, informazioni generali e la storia della città.
www.aboutbrasilia.com
Sito in inglese con informazioni varie sulla città, inclusi gli alberghi, divisi per zona.
www.infobrasilia.com.br
Di tutto, dai locali alla storia della città, con foto interessanti del periodo della sua costruzione e le biografie dei suoi creatori.
www.valedoamanhecer.com
Per chi vuole provare a capirci qualcosa sulla comunità religiosa più matta del Brasile, il sito ufficiale.

DOVE DORMIRE
Hotel Brasilia Alvorada Park (5*), Rua SHTN, Trecho 01, Lote 1B, Bloco C, Complexo Hoteleiro, tel. 061 30344999, www.brazils-hotels.com/brasblue. Un gigantesco ferro di cavallo rosso fuoco, per rimanere in tema con l’architettura della città. 395 camere moderne e 8 appartamenti confortevoli, a partire da 167$ la doppia. Piscina incredibile, davanti al Lago Paranoá (l’acqua, per fortuna, non è la stessa) e a breve distanza dal palazzo presidenziale.
Kubitschek Plaza (5*), Setor Hoteleiro Norte (SHN), Quadra 2, Bloco E, tel. 061 33293333, fax 061 33293649, www.plazabrasilia.com.br. 389 camere e 30 suite, sauna, belle fotografie alle pareti che ritraggono il presidente che fondò la città. Tutto il più moderno comfort, oltre a una colazione con i fiocchi (non solo d’avena).
Pousada Villa Zen, guesthouse economica, Super Quadras Sul (SQS) Quadra 705, Bloco G, Casa 51, tel. 061 34432548/81033151 (Marcelo), www.pousadavillazen.com.br. Situata nel PP (Plano Piloto), a quattro isolati dall’ospedale Sara Kubitscheck, ha 21 stanze pulite. Possibilità di cucinare, grande lavanderia e una confortevole lobby con internet incluso nella diaria.
Oppure, per chi ha un’auto a nolo, la bellissima Pousada Jardim do Éden, Estrada da Cachoeirinha 530, Núcleo Rural do Desembargador Colombo Cerqueira, a 10 km dal terzo ponte del Lago Sul, tel./fax 061 30333944, www.jardimdoeden.com.br. Circondata dal verde, tra cigni e fiori, questa pousada è ideale per chi ricerca tranquillità, buona cucina (ristorante francese) e cura del corpo (massoterapia, drenaggi linfatici, trattamenti facciali ecc.). Le camere prendono nome dai fiori della regione, diaria a partire da 185 reais (circa 67 euro).

DOVE MANGIARE
Spettus, Setor Hoteleiro Sul (SHS), Quadra 5, Bloco E, tel. 061 2251596, churrasco (spiedi carne; provare il cupím) a rodízio - portate non-stop, finché non bloccate il braccio del cameriere continuerà a riempirvi il piatto - e, per finire, ottimi dolci. Per chi vuole stare leggero, ha anche una tavolata pantagruelica di ottime verdure, a prezzo fisso. Frequentato da politici e portaborse, è sempre affollato, ma ne vale la pena. Un pranzo (abboffata) completo non supera i 20$. Portate il bicarbonato.
Don' Durica, CLS 115 Bloco C Loja 36, Asa Sul (vicino al Parque da Cidade), tel. 061 33468922 e CLN 201 Bloco A, Asa Norte, tel. 061 33261045, www.dondurica.com.br. Raffinato self-service a prezzo fisso (11-14 euro) con una cinquantina di piatti, in particolare della cucina miniera (del Minas Gerais). A pranzo lun-ven 12-15,30, sab-dom 12,30-15,30, a cena lun-ven 18,30-23, sabato 18,30-23.
Oppure: Kibe House, SDN Conjunto Nacional (pianterreno), Asa Norte, tel. 061 33285618. Cucina brasiliana, portoghese e mediorientale, a self-service, per non più di 13$. Dal lunedì al sabato ore 11-22. Da provare il kibe (polpetta di carne macinata fritta a forma di pallone da rugby) che dà nome al ristorante.

IL VIAGGIO
IL VOLO
Non esistono voli diretti dall’Italia a Brasilia. Bisogna volare fino a São Paulo o a Rio de Janeiro, e lì prendere una coincidenza. Dall’Italia al Brasile (durata media del volo 11-12 ore) con TAP Air Portugal (www.flytap.com/Italia, tel. 02.69682334), che collega Lisbona ogni giorno a Rio e São Paulo per circa 700 euro (bassa stagione). Varig (www.varig.it), la compagnia di bandiera, offre diverse possibilità. TAM (www.tam.com.br), la più grande compagnia aerea dell’America Latina, ha un buon volo giornaliero che collega Parigi a São Paulo. Lufthansa (www.lufthansa.com), via Francoforte. Da São Paulo o Rio si può proseguire per Brasilia con Varig, TAM, oppure con GOL (www.voegol.com.br), la quale ogni tanto offre tariffe low-cost.

Differenza oraria: Brasilia è a 6 ore in meno rispetto all’Italia.
Documenti: passaporto con almeno sei mesi di validità.
La lingua ufficiale è il portoghese, con una pronuncia e alcuni vocaboli decisamente diversi rispetto a quelli del Portogallo.
Il real, che equivale a circa 0,33 euro.
Dall’Italia al Brasile: 0055, prefisso locale senza zero e numero; dal Brasile all’Italia: 0039

CONDOGLIANZE
Al posto del pluridecorato bar-ristorante Beirute, istituzione di Brasilia fin dal 1966, oggi c’è un negozio di materiale elettronico. Nei tempi d’oro vi si incontravano intellettuali, artisti, politici, sfaccendati, omosensuali di svariata natura e semplici innamorati della sua atmosfera priva di fronzoli, confortati dalla sua cucina mediorientale a base di kibe e humus com pão árabe, da innaffiare con ettolitri di birra. Que tristeza. Condoglianze, Beirute.



Pubblicato su Panorama Travel






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