sabato 5 maggio 2012

BRASILE - UNA CITTÀ DAVVERO ECLETTICA


Da tempo volevo fare un salto alla Cidade Eclética, una comunità spiritica nei pressi di Santo Antônio do Descoberto, nello stato di Goiás, vicino a Brasilia. Conoscevo già il fuori-di-testa Vale do Amanhecer (‘Valle dell’Alba’), la principale comunità spiritica del Brasile, anch’essa a breve distanza dalla capitale. Ma su una guida avevo letto che la ‘Città Eclettica’ era stata fondata da un aviatore giapponese, una specie di kamikaze che, dopo gli orrori della guerra, si era dedicato al misticismo. Doppia dose di curiosità, dunque.  Come al solito, le guide sono farcite di cazzate, prime fra tutte quelle che scrivo io. Infatti, giunto alla comunità, mi viene immediatamente chiarito che Mestre Yokaanam, il padre fondatore, era giapponese come Pelé. Nome di origine ebrea, che con il paese della yakuza ha ben poco a che spartire. L’unica verità contenuta nella guida era che, durante la vita ‘laica’, questo maestro con un nome da motocicletta era stato aviatore, chaffeur privato, su ali, nientepopodimeno che del presidente che partorì Brasilia, Juscelino Kubitscheck.


La guida che mi scorta in giro, indispensabile per capirci qualcosa nell’intricata dottrina di questa comunità (e controllare che io non infili il naso dove non devo), è Isocrates, uno dei numerosi nomi d’arte che vengono dati a coloro che hanno ‘passato’ l’iniziazione esoterica. Questi nomi si rifanno all’antica Grecia, alla Roma dell’Impero, alla Palestina pre-casini e all’Egitto dei faraoni, in quanto i novizi, appena accolti nel gruppo, sarebbero in qualche modo (non mi è ben chiaro quale, forse questioni di reincarnazione) legati alle personalità di quelle epoche. Primo punto interrogativo.
Isocrates, specie di receptionist che si occupa dei ficcanaso esterni pieni di dubbi (giornalisti, perlopiù), mi fa conoscere i luoghi, la storia e le infinite regole di questo strano posto.
“Nella Cidade Eclética vivono circa mille-millecinquecento persone, di cui cinquecento al suo interno. Gli altri abitano le case che la circondano. Oltre alle donazioni, possiamo contare sulle sovvenzioni del governo statale e di quello municipale. La scuola, ad esempio, è sovvenzionata dallo Stato, ma presto sarà sostenuta dalle finanze municipali. Chi vive dentro i confini ha fatto una scelta ben precisa: ha donato tutti i propri beni alla comunità (non fatelo sapere al mago/parrucchiere do Nascimento), mentre chi sta fuori frequenta il luogo ma ha mantenuto il possesso dei propri beni.”
“Tu dove abiti?”
“Fuori.”
Le piccole costruzioni che visitiamo - una chiesa, un archivio, un ospedale, l’asilo e diverse case - hanno tutte colori vivaci, soprattutto rosa e bianco. E la comunità è delimitata da un lungo muro rosa.
“La Cidade Eclética è soprannominata ‘Cidade cor-de-rosa’, Città Rosa. Il rosa e il bianco, infatti, sono i colori dell’amore. Chi vive all’interno della comunità ottiene gli alimenti gratuitamente, così come ogni altra cosa, a cominciare dalla casa. I nuovi arrivati devono passare un periodo di prova di tre mesi, dopo i quali vengono accettati o meno.”



“E quali sono i principi religiosi?”
“Tutta la dottrina della Cidade Eclética si basa sulla commistione del cattolicesimo allo spiritismo di tardo Ottocento del francese Allan Kardec. Il rito consiste in una messa cattolica tradizionale, in portoghese, seguita dal lavoro dei medium, il trabalho de mesa, il ‘lavoro di tavolo’, ogni venerdì. Anche il mercoledì e la domenica teniamo sessioni ditrabalho espiritual, e c’è un autobus apposito che porta la gente dalla città. Il nostro è un movimento eclettico-religioso, filantropico e universalista, che promuove l’unione di tutte le sette del mondo. Tentiamo, attraverso la liturgia e la carità, di offrire e stimolare l’assistenza materiale (attenzione, Wanna è ancora in gabbia?) e spirituale. Come obiettivo abbiamo l’applicazione delle parole pronunciate da Cristo durante il suo Sermone della Montagna. Inoltre abbiamo contatti con i boy-scout e il candomblé, che alcuni chiamano umbanda branca, anche se in realtà non lo è.”
Molti, molti punti interrogativi.
“E i tre punti a triangolo, che vedo dopo quasi tutti i nomi scritti - placche con aforismi e citazioni qua e là -, che cosa significano?”
“Sono un simbolo massonico che indica la ligação iniciática, l’unione iniziatica. Le nostre cerimonie, infatti, cominciano sempre con un rito massonico. Rappresentano la ‘Legge del Triangolo’: il primo la necessità, il secondo la creazione mentale, il terzo la creazione materiale o realizzazione.”
Massoneria? Cazzo c’entra? Gelli, la P2, i servizi deviati, Costanzo, i boy-scout, i triangoli e Gesù Cristo? Si sono bevuti una botte di acido??
Raggiungiamo l’archivio della comunità, dove sono conservate diverse fotografie dei vari maestri, fra cui quella del fondatore. Quasi mi prende un colpo. Avete mai visto Gesù Cristo in fotografia? Io sì. Yokaanam, tre punti, è in posa biblica da Figlio del Signore, con le mani incrociate sul petto, una barba da Mosè e i capelli da frichettone, il tutto avvolto da una tunica bianca di classica memoria. Sguardo perso verso l’alto dei cieli.
Il giro prosegue nell’interessantissima farmacia naturale, la Farmácia Homeopática Universal, dove sono prodotte e conservate quantità industriali di bocce e boccette, capsule e sacchi di erbe (qui la battutaccia sarebbe troppo facile). I farmaci vengono offerti gratuitamente ai malati dell’ospedale attiguo, ma le capsule sono anche in vendita, per gli ‘esterni’ che ne fanno richiesta. A pochi passi, in un piazzale erboso, spicca un buffo monumento di una donna di colore che tiene in braccio un bebè bianco. Sotto una placca metallica che spiega come quello sia il monumento alla Mãe Preta Universal (inizio ad avere l’impressione che qui tutto sia universale), la Madre Nera Universale. Yokaanam, tre punti, rimase orfano a quattro anni e da allora fu allevato da una dada nera.






“Isocrates, per favore, parlami un po’ della vostra storia.”
“La Cidade Eclética fu fondata nel 1956 dal Mestre Yokaanam, tre punti, che la diresse fino alla sua ‘disincarnazione’: noi non usiamo il termine ‘morte’. Da allora sono cresciute numerose sedi distaccate, un po’ in tutto in Brasile, ma anche in Paraguay e in Argentina. Oggi la comunità è diretta da tre ‘fratelli’, tre punti cada, nove in tutto, e ci occupiamo di diverse attività. Per esempio abbiamo una tipografia che stampa un giornale mensile, O Nosso (‘Il Nostro’), che funge da bollettino della comunità. Ha una tiratura di circa millecinquecento copie, ma non è distribuito in tutte le edicole della zona. Solo alcune, soprattutto quelle specializzate in pubblicazioni esoteriche, lo accettano. Inoltre stampiamo parecchi libri - Isocrates me ne allunga un paio; titoli: Preciosos Momentos da Jornada Eclética e O Mestre e Seus Discípulos, volume I; non gli chiedo il volume II, questi sono già zeppi di aforismi e regole e punti, avrò da studiare per almeno sei mesi - e abbiamo una scuola con circa ottanta bambini. Poi c’è il lavoro nei campi che circondano la Cidade. Chi frequenta la comunità deve seguire diverse regole. Innanzitutto la castità e il pudore nell’abbigliamento e nei costumi sessuali. Le donne possono entrare solo con la gonna lunga - alle visitatrici che indossano altri indumenti ne forniamo una all’entrata -, e durante i riti si usa il Balandrau, una toga che serve per le liturgie ufficiali. Ha colori diversi - bianco, azzurro, giallo o rosso -, a seconda dell’energia che si è creata. Per quanto riguarda la sessualità, vige la castità più ferrea. Nella Cidade Eclética convivono solo coppie sposate e non sono tollerati atteggiamenti lascivi.”
Lascio Isocrates all’ingresso della comunità. Mi ronzano le orecchie, troppi dubbi irrisolti. A casa mi studierò un po’ di letteratura, chissà se ci capirò qualcosa. Prima di congedarci, però, Iso mi regala un altro, preziosissimo gadget, il calendario della Cidade Eclética. Nella parte alta spiccano le foto di Mestre Yokaanam (tre punti grandi come tre case e lui che osanna le masse), del Pantheon ‘O Solitário’ (non è roba napoletana, ma la chiesa principale della comunità), il Monumento alla Mãe Preta Universal, il Pozzo delle Acque Benedette di Siloé (un pozzo dal quale si tirano su secchiate di ottima acqua minerale) e una dozzina di maestri in toga che fanno l’annuale pellegrinaggio della Settimana Santa. Per curiosità sfoglio le pagine, dove spiccano alcune date davvero importanti: il 13 maggio (Giorno della Mãe Preta Nacional), il 15 maggio (Giorno dell’Indipendenza del Paraguay), il 29 agosto (Decapitazione di San Giovanni Battista), il 21 settembre (Giorno dell’Albero), il 2 ottobre (Giorno di Mahatma Gandhi), il 15 ottobre (Giorno del Professore) e il 24 ottobre (Arcangelo Raffaele; ma non era Gabriele?). Tre punti a sfare, in ordine sparso. Un calendario davvero eclettico, con un vago aroma di polpettone. Quello di Frate Indovino, in confronto, sembra il gioco dell’oca.


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