Il
salotto sul canale
L’Oude Gracht, il canale che attraversa Utrecht per poco più di due
chilometri, è l’arteria lungo la quale tutte le attività dell’antica città
olandese si svolgono: il Palazzo delle Poste, il Municipio (1830), la Domtoren
- la torre più alta d’Olanda -, quindi il mercato del pesce e la zona dei
giovani, una via su cui si affacciano i tavolini di cinque caffè. Utrecht è una
città dolce e romantica, e l’Oude Gracht è il suo salotto. Birrerie, piccoli
negozi di formaggi, di dolci, di oggetti d’antiquariato. Basta un raggio di
sole, e ai due lati del canale fioriscono ombrelloni tra i tavoli dei bar.
Sulla superficie della via d’acqua scivolano le imbarcazioni dei ‘marinai di
città’, così come i battelli delle escursioni turistiche, con le guide che
raccontano la storia di questa città fondata dai romani. La chiamarono Trajectum
ad Rhenum, poi Ultraiectum. Nel 48 a.C. i romani costruirono una
fortezza chiamata Albiobola, che faceva parte delle fortificazioni
situate lungo la frontiera settentrionale dell’Impero. Qui scorreva il Reno
che, con il tempo, abbandonò il proprio percorso, lasciando sul luogo due
diramazioni, il Kromme Rijn e il Vecht. Fu per collegare il primo all’ultimo
che, agli inizi del Duecento, venne costruito l’Oude Gracht, il Vecchio Canale,
al quale, in seguito, si aggiunse il Nieuwe Gracht, quello nuovo.
Il nome attuale della città, tuttavia, deriva dall’unione delle parole Uut (‘seguendo la corrente’, a valle) e Trecht (‘guado’). Nella seconda metà del III secolo i romani abbandonarono la regione. Trecento anni più tardi i franchi costruirono, sul luogo del castrum, una fortezza per proteggere il loro traghetto sul Reno, che non sembrava ancora avere l’intenzione di scavarsi un letto altrove. I franchi vi costruirono anche una chiesa dedicata a San Martin, probabilmente la prima chiesa cristiana nell’Olanda settentrionale.
Il nome attuale della città, tuttavia, deriva dall’unione delle parole Uut (‘seguendo la corrente’, a valle) e Trecht (‘guado’). Nella seconda metà del III secolo i romani abbandonarono la regione. Trecento anni più tardi i franchi costruirono, sul luogo del castrum, una fortezza per proteggere il loro traghetto sul Reno, che non sembrava ancora avere l’intenzione di scavarsi un letto altrove. I franchi vi costruirono anche una chiesa dedicata a San Martin, probabilmente la prima chiesa cristiana nell’Olanda settentrionale.
Utrecht, però, divenne una città veramente importante solo quando, nel
689, San Willibrord fu nominato vescovo dei frisoni e vi stabilì la propria
residenza. Il vescovo anglosassone ottenne il permesso di stabilire il suo
territorio d’influenza a Utrecht grazie al re franco Pipino, che aveva appena
sconfitto in battaglia i frisoni. Willibrord convertì gran parte delle
popolazioni dell’Olanda settentrionale al Cristianesimo. In quel periodo - tra
il XI e il XII sec. - la città crebbe, fiorirono i traffici mercantili e
l’industria (soprattutto tessile), ma scoppiarono anche lotte interne che
durarono a lungo.
Poi il Reno - così come da tempo tutti attendevano - cominciò a scavarsi un nuovo letto altrove, dando inizio al declino commerciale della città. La concorrenza di altri centri sorti nel frattempo, come Amsterdam e Dordrecht, intaccò fortemente l’economia di Utrecht. Tuttavia, come sede vescovile, la città mantenne il suo primato culturale e artistico dell’Olanda e della Frisia. Nel Medio Evo Utrecht rimase la città più potente e importante del Nord dell’Olanda. Agli inizi del Trecento ebbe origine la grande disputa fra Stato e Chiesa, e il concilio urbano - istituito nel 1304 - si oppose al potere del vescovo. Nel Cinquecento fu conquistata dagli spagnoli. La reazione a questa invasione si tradusse in un acceso Calvinismo, seguito per secoli. Nel 1579 sette province olandesi firmarono il comune Trattato di Utrecht, teso a scacciare gli spagnoli dal territorio. Questo, tuttavia, trovò la sua piena realizzazione solo nel 1713 quando, finalmente, gli occupanti castigliani se ne andarono. Nel 1807 Luigi Napoleone, fratello di Napoleone e re d’Olanda (tra il 1806 e il 1810), decise di fare di Utrecht la propria residenza, ma la storia decise diversamente: la città, lentamente, vide il declino e si trasformò in un’ordinaria cittadina di provincia.
Poi il Reno - così come da tempo tutti attendevano - cominciò a scavarsi un nuovo letto altrove, dando inizio al declino commerciale della città. La concorrenza di altri centri sorti nel frattempo, come Amsterdam e Dordrecht, intaccò fortemente l’economia di Utrecht. Tuttavia, come sede vescovile, la città mantenne il suo primato culturale e artistico dell’Olanda e della Frisia. Nel Medio Evo Utrecht rimase la città più potente e importante del Nord dell’Olanda. Agli inizi del Trecento ebbe origine la grande disputa fra Stato e Chiesa, e il concilio urbano - istituito nel 1304 - si oppose al potere del vescovo. Nel Cinquecento fu conquistata dagli spagnoli. La reazione a questa invasione si tradusse in un acceso Calvinismo, seguito per secoli. Nel 1579 sette province olandesi firmarono il comune Trattato di Utrecht, teso a scacciare gli spagnoli dal territorio. Questo, tuttavia, trovò la sua piena realizzazione solo nel 1713 quando, finalmente, gli occupanti castigliani se ne andarono. Nel 1807 Luigi Napoleone, fratello di Napoleone e re d’Olanda (tra il 1806 e il 1810), decise di fare di Utrecht la propria residenza, ma la storia decise diversamente: la città, lentamente, vide il declino e si trasformò in un’ordinaria cittadina di provincia.
Oude Gracht, l’arteria d’acqua
In seguito, il letto del fiume si abbassò notevolmente, e fu necessario
costruire nuove banchine, mettendo allo scoperto le fondamenta delle case che
costeggiavano l’Oude Gracht. Questi massicci archivolti vennero allora usati
come magazzini per i mercanti. Oggi, i sotterranei del tratto di canale che
attraversa il centro storico, sotto il livello del mare, sono stati ristrutturati
per farne ristoranti, discoteche, negozi, bar, tutti molto frequentati,
soprattutto d’estate. Seguendo il percorso del canale urbano si incontrano gli
elementi caratterizzanti della città: la Domtoren (alta 112 metri), che prende
il nome dalle iniziali di Deo Optimo Maximo. È quanto rimane della grande basilica andata distrutta, ancora
incompiuta, da un terribile uragano che si abbatté sul paese nel 1674. Dalla
cima della torre in stile gotico, raggiungibile percorrendo un’erta scalinata, si
gode godere una bella vista panoramica del centro storico, sui canali e sui
tetti delle case. Sulla piazza antistante sorge ciò che rimane della Domkerk
andata distrutta (il transetto, il coro e due cappelle, tutte conservate in
buone condizioni) e, accanto, l’Università statale (inaugurata nel 1636 e
ampliata tra il 1883 e il 1892, in stile rinascimentale-fiammingo), con
l’antico chiostro gotico dei secoli XIV-XV. A breve distanza la Pieterskerk
(del 1048), raro esempio di architettura romanica, con una bella cripta, del
secolo XI. Altre chiese di notevole interesse sono la Janskerk (1040), la
Nicolaikerk (1131), la Jacobikerk (1173), la Buurkerk (del X sec.), la
Geertekerk (1260) e la St. Catharijnekerk (1468, di proprietà
dell’arcivescovado). La Paushuize (Casa del Papa) fu costruita attorno al 1520
per ospitare l’unico pontefice di sangue olandese, Adriano VI, e oggi è la
residenza ufficiale del governatore della regina per la provincia di Utrecht,
di cui la città è capoluogo.
Proseguendo si arriva al Vismark, il mercato del pesce
e, subito appresso, alla ‘T Wed, la via sui cui si affacciano cinque caffè. Questa
zona è molto popolare tra i giovani, soprattutto perché i prezzi delle
consumazioni sono ragionevoli rispetto a quelli degli altri locali della città.
Quasi tutte le sere, clima permettendo, la piazzetta della ‘T Wed è piena di
gente che occupa i tavolini all’aperto, passeggia e si ferma a conversare in
mezzo alla via, rendendola, di fatto, un’isola pedonale: le auto non riescono a
procedere fra tale moltitudine. La passeggiata lungo il Maliebaan (del 1636),
inoltre, è una delle più gradevoli d’Olanda: gli antichi bastioni lungo i
fossati sono stati rimpiazzati da parchi e aree di relax, costruite durante il
XIX secolo. A pochi passi dall’Oude Gracht, poi, si trovano diversi musei
interessanti, come quello d’Arte Moderna, che ospita mostre di Realismo USA
degli anni Settanta e, a rotazione, collezioni varie. Oppure il Nationaal
Museum van Speelklok tot Pierement, il Museo degli orologi musicali e degli
organi da strada, con strumenti musicali automatici risalenti al XVIII secolo,
raffinatissime scatole con carillon, un juke-box del 1879 con dischi perforati
intercambiabili, organi da camera, organetti da strada con ‘illustrazioni degli
avvenimenti narrati’, organi monumentali con fregi, lacche, statue lignee.
Altri musei interessanti sono quello Centrale (dipinti, sculture, costumi
storici, stanze d’epoca, reperti archeologici), quello Arcivescovile (arte
medioevale), quello delle Ferrovie Olandesi e quello di Arte Sacra.
Una città giovane
Al di là della storia e dei molti monumenti, Utrecht
pulsa di un’energia unica nel panorama olandese ed europeo, grazie alla folta
popolazione universitaria che la abita. Utrecht è una città giovane e
multietnica, colta e allegra, simbolo un po’ dell’Europa che tutti noi
vorremmo. Ottimi servizi sociali, integrazione razziale, gente cordiale e
disponibile a nuove conoscenze e scambi culturali: sono queste le
caratteristiche più positive della quarta città dell’Olanda (per dimensioni e
importanza), al primo posto nella graduatoria della vivibilità: non burocratica
come la capitale, non moderna e alienante come Rotterdam (interamente ricostruita
dopo la guerra), non fagocitata dai turisti in cerca di avventure ‘proibite’
come la troppo popolare Amsterdam. Grazie alla sua università di antica data -
la sua libreria, costruita per il re Luigi Napoleone, conserva oltre 300.000
volumi -, Utrecht da molto tempo gode di un continuo rinnovamento culturale, a
seguito dei giovani provenienti da ogni angolo del globo, che vi trascorrono
periodi più o meno lunghi di studio. Nel nome del migliore spirito liberale, di
etica e di costumi, che, da secoli, caratterizza l’Olanda, paese fiore
all’occhiello d’Europa.
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