I giapponesi dicono basta all'ennesimo atto di colonizzazione made in USA
Il governo giapponese ha ripreso, ancora una volta, la costruzione delle strutture militari a Takae, nel nord di Okinawa, distruggendo la foresta di Yanbaru per creare nuove piste di atterraggio per gli elicotteri americani V-22 Ospray.
Oggi, a Ginowan, città-base militare gringa in territorio giapponese, oltre 100.000 persone giunte da mezzo Paese si sono radunate per protestare contro le folle decisioni prese dalla lontana Tokyo.
Vestiti di rosso ('il colore del cartellino d'espulsione nel calcio', qualcuno mi ha spiegato), i partecipanti hanno retto stoicamente al calore allucinante. Qualcuno aveva un ventaglio che riprendeva la bandiera cinese, e un folle era addirittura travestito da soldato cinese, con tanto di microfono da cui sbraitava cose rosse alla folla. Non ho incontrato un solo altro gaijin, straniero. Mi sono sentito un filo osservato. In quanto esemplare più unico che raro, sono stato pure intervistato dalla reporter di The Ryukyu Shimpo, un quotidiano locale.
Diversi mi hanno chiesto da dove venissi (nei dintorni, con la gigantesca base militare a pochi passi, di stranieri ce ne sono a migliaia, ma si sono guardati bene dal fare una capatina qui), e io mi sono affrettato a dire ITARIA (la L da queste parti non sanno che cosa sia), provocando immediati sorrisi e mandolinate assortite (ah, bella Itaria! Venezia! Roma! Forza Bologna, gli ho risposto).
Vestiti di rosso ('il colore del cartellino d'espulsione nel calcio', qualcuno mi ha spiegato), i partecipanti hanno retto stoicamente al calore allucinante. Qualcuno aveva un ventaglio che riprendeva la bandiera cinese, e un folle era addirittura travestito da soldato cinese, con tanto di microfono da cui sbraitava cose rosse alla folla. Non ho incontrato un solo altro gaijin, straniero. Mi sono sentito un filo osservato. In quanto esemplare più unico che raro, sono stato pure intervistato dalla reporter di The Ryukyu Shimpo, un quotidiano locale.
Diversi mi hanno chiesto da dove venissi (nei dintorni, con la gigantesca base militare a pochi passi, di stranieri ce ne sono a migliaia, ma si sono guardati bene dal fare una capatina qui), e io mi sono affrettato a dire ITARIA (la L da queste parti non sanno che cosa sia), provocando immediati sorrisi e mandolinate assortite (ah, bella Itaria! Venezia! Roma! Forza Bologna, gli ho risposto).
Dovendo proprio scegliere, è meglio essere colonizzati dagli americani o dai cinesi? Io voto per i primi (hanno Jennifer Lopez). Ma anche ammesso che abbiamo deciso di dare loro qualche pezzetto di terra dove giocare ai soldatini e fare la guardia contro un nemico comune, è mai possibile che gli sterminatori di bisonti si debbano prendere il meglio (spiagge, foreste) del territorio? Con oltre TRENTA basi nel solo arcipelago di Okinawa?
Perché Tokyo non decide di dar loro un'unica base, e lì confinarli?
I militari nordamericani hanno preso Okinawa per un grande resort, dove lavorare in uniforme e portare famigliari a gozzovigliare in spiagge fantastiche (mica scemi, right?). Però, perché concedere altra foresta, così da far volare i loro rumorosi e pericolosi elicotteri freschi di busini$$e dalle parti di Washington??
Ragazzi, ok, Jennifer Lopez forever. Però, quand'è che vi togliete dai coglioni??
Ecco una breve cronaca fotografica di stamattina.
Sayonara!
Inviate un messaggio per fermare i lavori che distruggono la foresta e la pace di Takae.
Esprimete il vostro dissenso!
- Ministero dell Difesa Giapponese
http://www.mod.go.jp/e/index.html
infomod@mod.go.jp
- Ufficio per la Difesa di Okinawa
FAX +81-98-921-8168
- Ufficio del Governatore e della Prefettura di Okinawa
FAX +81-98-869-8979
Potete inviare un fax gratuitamente via internet a questo numero, basta cercare la voce ‘free fax’
- Informazioni sul prezioso ecosistema di Takae sul blog
http://okinawabd.ti-da.net/e3264329.html
- Sui diritti umani a Okinawa:
http://www.scribd.com/doc/99574128/20-HRC-IMADR-Written-Statement-Okinawa-8-June-2012
- Sulla protezione dell’ambiente:
http://www.iucnredlist.org/apps/redlist/details/100600743/0
- Sulla situazione generale di Takae e sulla presenza dei militari americani a Okinawa:
http://pietrotimes.blogspot.jp/2011/08/giappone-what-hell-ci-fate-ancora-qui.html
e
http://pietrotimes.blogspot.jp/2012/07/giappone-giu-le-mani-da-takae.html
- Pagina ufficiale del comitato che si batte per la situazione:
http://takae.ti-da.net/
un film-documento da vedere per capire la situazione di Okinawa:
'Love Okinawa'
All'ingresso della base nordamericana nei pressi di Takae, oltre al presidio permanente che si batte per evitare la distruzione della foresta di Yanbaru - in loco da ormai cinque anni -, in questi giorni si stanno tenendo sit-in di protesta. Ecco alcune immagini, oltre a qualche foto della foresta in pericolo:
ALTRE FOTO SU
http://www.argusphoto.com/argusfeature/travelfeature.travelfeature..(0-2500).Japan.218-348000.html
Henoko, un ecosistema
in forte pericolo
Altra follia, non
lontano dalla città di Nago, sempre nel Nord di Okinawa, è l’ennesimo regalo
che il governo dello splendido Noda-san sta facendo ai militari americani: la
costruzione di due piste di atterraggio nella bellissima baia di Henoko. Il luogo
è un paradiso dell’ecosistema, casa dei rari dugonghi che qui trovano un quieto
riparo. Ma non per molto ancora. Gli operai schiavi di Tokyo hanno già iniziato
a interrare le spiagge della baia, ma c’è chi si oppone. In loco da quasi dieci
anni opera un presidio per la protezione della zona. Quando gli operai vengono
a interrare i fondali, loro li raggiungono a pagaiate, su piccole canoe. E
cercano di impedire i lavori. Come risposta gli americani hanno iniziato a
interrare la baia prospiciente la loro base, un campo per esercitazioni che
confina con il territorio di tutti. Le due zone sono separate da una banchina
di cemento e da un’alta rete incoronata da filo spinato. La rete è stata trasformata
nella grande lavagna di chi protesta. Decorata con striscioni dai messaggi più che
chiari, in giapponese e in inglese, è un colorato arazzo fatto di ferro e
nastrini con scritte no base e go home! I rambi ogni tanto vengono di
notte a investire i dollari dei contribuenti americani in fuoco e fiamme,
spruzzate da lanciafiamme di vietnamita memoria contro i pericolosissimi nastrini colorati. Il giorno dopo, oppio,
ripulite le ceneri, i contestatori ricostruiscono il loro arcobaleno simbolo di
incazzatura. Paladini di Henoko, non mollate!
NO OSPRAY! - PARTE 2
Continua la protesta a Okinawa per l’arrivo dei prime sei elicotteri Ospray
Dopo le imponenti manifestazioni del mese scorso, ora purtroppo l’incubo si è fatto realtà. I primi sei elicotteri Osprey, rumorosi e invasivi, sono atterrati nella base americana di Futenma, nel cuore di Ginowan, città sorta attorno alla base militare di occupazione più grande di Okinawa. Fuori dalla base, nei giorni scorsi, si sono tenute proteste focose, con tanto di contusi e polizia sul piede di guerra. Oggi la situazione è più calma, ma un agguerrito gruppo di contestatori – perlopiù anziani, che di guerre ne hanno viste anche troppe – presidia l’ingresso della base. Qualche rambo in uscita ogni tanto si becca un asshole!liberato nell’etere dai contestatori più motivati. La polizia fa da cordone e impedisce che i mezzi in entrata e uscita vengano raggiunti da chi di gringhi in divisa a casa propria non ne vuole sapere. Gli alberi della zona sono decorati con nastri rossi, il colore dell’espulsione (Americans, go home). E i reporter presidiano i tetti del vicinato, armati di potenti zoom, in attesa che gli elicotteri iniziano a frullare rumorosamente l’aria, a pochi metri dal salotto degli abitanti di Ginowan, per esercitarsi a consumare carburante e alla terza guerra mondiale. Altri tre ‘gioielli’ sono in arrivo dall’isola di Kyushu entro breve, visto che nove sono pochi. Ecco una breve galleria fotografica della situazione a tutt’oggi.
da Un italiano a Okinawa
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