Un carnevale fuori stagione, per celebrare il Día
de la Raza, il Giorno della Razza, e la 'scoperta' del navigatore italiano.
A Puerto Limón, Costa Rica, dal 10 al 16 ottobre 2013. Fra lustrini, musica e molta voglia di divertirsi
A Puerto Limón, Costa Rica, dal 10 al 16 ottobre 2013. Fra lustrini, musica e molta voglia di divertirsi
Il fantasma di Cristoforo Colombo
sembra vagare per le strade di Puerto Limón, popolarmente solo Limón, ogni anno
verso ottobre. In quel periodo, infatti, la città della costa atlantica del
Costa Rica, a 131 km dalla capitale San José, vive un imponente
carnevale fuori stagione. Limón, porto principale del paese sviluppatosi alla
fine dell’Ottocento, in gran parte abitato da una popolazione di origine
giamaicana che parla lo strano inglese caraibico, celebra questa coloratissima
festa in occasione del Día de la Raza (Giorno della Razza), la
ricorrenza dello sbarco di Cristoforo Colombo nel Nuovo Mondo, avvenuto il 12
ottobre nella vicina Isla Uvita (la si può scorgere, un chilometro a est della
città). Attorno a questa data - a volte prima, altre dopo - si tiene un’intera
settimana di festa, assolutamente da non perdere per chi si trova da queste
parti. L’idea di inventare un carnevale fuori
stagione va attribuita ad Arthur King, un limoniense emigrato
nella zona del Canale di Panama. Là King prese spunto dalle celebrazioni locali
del Giorno di Colombo, e decise di istituire nella sua città un evento analogo.
Il giorno dell’inaugurazione vede una programmazione piuttosto intensa: balli
delle scuole locali di danza, concerti, bande musicali, spettacoli teatrali e
di mimi per bambini, fuochi d’artificio e, a volte, una corrida de toros
in un grande capanno situato nella zona portuale. Di solito, inoltre, la festa
viene aperta da un discorso del presidente della Repubblica, seguito da quello
della Regina del Carnevale locale.
Colombo in miniatura
Il momento clou della giornata è
offerto dalla rappresentazione teatrale dell’impresa di Colombo, inscenata dai
bambini delle scuole elementari. Il navigatore, vestito da marinaretto, con
tanto di cappello da capitano decorato con la scritta Venezia, incontra
i reali di Spagna, finemente vestiti con mantelli scarlatti e corone di
cartone. Salpato a bordo di una caravella - anch’essa di cartone -,
sbarca nelle Americhe, dove incontra gli indios, ai quali offre regali ben
accetti. Le maestre si affannano a inseguire con il microfono i teatranti, così
che tutti possano ascoltare le battute scambiate fra gli attori. La settimana che segue, se si eccettuano la
presenza del presidente e la rappresentazione dello sbarco di Colombo, riprende
quasi tutti i giorni la programmazione di quello d’inaugurazione. Nella zona
portuale, lungo i moli e in un piazzale apposito, viene allestito un gigantesco
luna park, vera gioia dei bambini e dei giostrai. I fotografi ambulanti, armati
di sombrero messicano e Polaroid, guadagnano piccole fortune, così come le
bancarelle di zucchero filato, di tiro al bersaglio e di gallo pinto, il
piatto più consumato in Costa Rica, a base di riso e fagioli neri. Nel centro della città, lungo le due vie
principali (le Avenidas 2 e 3), la festa si anima nei molti ristorantini
allestiti per l’occasione dove, oltre a fiumi di birra, la musica - solitamente
reggae - va avanti fino al mattino, quasi sempre al massimo volume. Qualche
raro venditore di carne di tartaruga, nonostante la proibizione per legge, ne
vende disgustose fettine tra i banchetti improvvisati. L’igiene non è il
massimo, di notte la sicurezza totale non è garantita - gli ubriachi non si
contano -, ma se presa con il dovuto spirito (denaro e preziosi in albergo,
voglia di partecipare rispettando il forte orgoglio della popolazione nera
locale), la festa può piacere a tutti, limonienses e gringos.
Alloggiare in un albergo in prossimità di queste due vie, sempre che si riesca
a trovare un posto disponibile, non garantisce affatto sonni tranquilli. Gli
albergatori, durante la settimana carnevalesca, aumentano le tariffe (più del
doppio), e guadagnano grandi somme all’insegna del tutto esaurito: Limón,
infatti, in questo periodo viene invasa da migliaia di persone, soprattutto ticos
- il nomignolo, privo di significati dispregiativi, che indica i costaricani.
Il Gran Desfile
Il giorno più interessante è senz’altro
quello del Gran Desfile, la grande sfilata in costume che si tiene, di
solito, il sabato prima o quello dopo il 12 ottobre (la data varia di anno in
anno, a seconda di quando cade il 12). Il corteo inizia in tarda mattinata,
partendo dalla periferia settentrionale della città. Già verso le undici i
primi tamburi iniziano a rullare nei quartieri più poveri e i gruppi rionali
spontanei, ‘in borghese’, danno inizio alla kermesse. Le vere scuole
carnevalesche, alla ‘brasiliana’, ognuna con un costume, un nome e un ritmo
propri, sfilano poco più tardi, percorrendo inizialmente il malecón
(lungomare), quindi tutte le vie principali (le solite due). Il calore è tremendo,
ma i ballerini e i musicisti vanno avanti imperterriti. La concorrenza tra le
varie scuole per la migliore interpretazione, un po’ come in Brasile, è
agguerrita, e i giudici che stabiliscono quale abbia diritto di precedenza a
sfilare per prima sono oggetto di buffi improperi (del genere ¡chorizo!,
salsiccia!, se il giudice è un po’ corpulento) da parte di quelle lasciate ‘in
coda’. La scuola dei Los Brasileños, nonostante i suoi componenti non
parlino una parola di portoghese e abbia ben pochi legami musicali con le escolas
de samba brasiliane, è una delle più prestigiose e apprezzate.
Tra chi sfila balzano all’occhio alcuni
partecipanti eccentrici, come l’emulo di Bruce Lee che esegue piroette e
elargisce calci all’aria senza sosta. Oppure chi sfoggia capigliature
caraibiche degne della precisione di un orafo, con il logo Nike o Adidas
scolpito tra i capelli, o un grande San Bernardo, sfruttato come animale da
traino di un carrozzone in miniatura (per combattere i quaranta gradi va
abbeverato ogni cinque metri). Anche la Regina del Carnevale, in tutta la sua
bellezza, sfila dall’alto di un palco d’onore trainato dai camion, assieme alle
classificate in posizioni inferiori. Brevi gare di cumbia, improvvisate
lungo le strade, completano la gioia e la frenetica attività di questa bella
festa.
Chi vuole approfondire l’aspetto storico di
Limón, inoltre, può fare una visita al locale museo etno-histórico,
dov’è illustrata la storia della città fin dall’arrivo del navigatore genovese,
con un’esposizione di manufatti dell’artigianato degli indios e delle
popolazioni di origine africana.
ALTRE FOTO del Costa Rica su:
Nessun commento:
Posta un commento