Diviso
fra sei territori parzialmente disgiunti, tanti quanti i bracci del grande
fiume che si riversano nell’Adriatico, il Parco Regionale del Delta del Po
fu istituito nel 1988 su un’area di circa 52.000 ettari. Dotato di un
ecosistema ricco e unico, ha una geografia spezzettata fra le
province di Ferrara e Ravenna.
Le
zone tutelate del Parco Regionale del Delta del Po, dal 1999 Patrimonio
dell’Umanità per l’Unesco, vantano un ecosistema ricchissimo, fondamentale per
la sopravvivenza di molti uccelli migratori e di piante semiestinte. Nella
regione vivono oltre mille specie vegetali e quasi trecento varietà di uccelli,
soprattutto acquatici (in particolare aironi - bianchi e rossi -, spatole,
cormorani, gabbiani, sterne, fenicotteri e falchi di palude). Tra i mammiferi
si annoverano ricci, volpi, donnole e faine.
Partendo
da sud, la prima stazione del parco è quella della Pineta di Classe e Saline
di Cervia (11.000 ettari), poco sotto Ravenna. Passati Lido Adriano e Punta
Marina, si giunge alla seconda stazione, in cui le oasi naturalistiche
convivono con il polo chimico di Ravenna. Tra Marina di Ravenna e Casal
Borsetti, passando per il canale di Porto Corsini e per Marina
Romea, si respira l’aroma di resina della folta Pineta di San Vitale,
che avvolge la strada statale Romea. Questa, assieme alle Piallasse di
Ravenna, costituisce la seconda stazione del parco (11.000 ettari).
Subito
a nord si entra nella provincia di Ferrara, cui appartiene la stazione di Campotto
di Argenta (800 ettari), più verso l’interno rispetto alle altre. Tra zone
umide di acqua dolce (le Valli di Argenta e di Marmorta), si possono visitare
due musei vicini tra loro, quello delle Valli di Argenta e quello
della Bonifica.
Tornati
sul litorale, si arriva alla vasta area paludosa delle Valli di Comacchio
(12.000 ettari), a sud della città omonima. Nota per la pesca dell’anguilla, la
zona acquitrinosa è formata dalla Valle (dal latino valium, depressione)
Fattibello, dal Lido di Magnavacca, dalla Fossa di Porto e da Valle Campo,
oltre che da alcune valli minori, separate da argini. Contese dalla gente e dai
governi del luogo per secoli a causa dei loro importanti prodotti (anguille,
sale, selvaggina, piante di palude), le valli furono concesse da Napoleone ai
comacchiesi nel 1797. Oggi, in gran parte pubbliche, queste zone ospitano,
oltre alle tradizionali anguille, orate, cefali e spigole. L’inquinamento delle
acque, però, negli ultimi decenni ha decimato le specie ittiche e floreali,
tanto da provocare una serie crisi all’industria della pesca. La tutela di questa
zona, forse la regione umida salmastra più importante del Delta e una delle più
rilevanti d’Europa, tuttavia permette la sopravvivenza di uccelli rari, tra cui
la moretta tabaccata, il marangone minore e, in primavera e autunno, la pittima
reale.
A
breve distanza dalla foce del Reno, ancora in territorio ravennate, ci sono l’isola
di San Clemente e, lungo il tratto del Po di Primaro, l’oasi di Volta
Scirocco, gestita dalla Lipu. Si giunge così ai lidi ferraresi, che
fanno da confine alla quinta stazione, quella di Comacchio. Tra la
cittadina e i lidi si trovano la stazione di pesca Foce-Museo delle Valli e le
saline di Comacchio. L’ultima
stazione (18.000 ettari), lungo il confine con il Veneto, inizia oltre Lido
delle Nazioni. Questa vasta area include il Gran Bosco della Mesola
(1058 ettari), originatosi nell’ultimo Medio Evo sulle dune alle foci del Po di
Volano e del Po di Goro. Tra i lecci del ‘Boscone’ - così viene popolarmente
chiamato - vive un centinaio di cervi, discendenti degli esemplari sopravvissuti
alle battute di caccia degli Estensi. Nel bosco, inoltre, si possono incontrare
daini, ramarri, tassi, allocchi e tartarughe palustri. A ovest dell’ingresso
del bosco - Riserva naturale dello Stato - c’è la Riserva naturale integrale
Bassa dei Frassini e Balanzetta, un’area di 220 ettari a protezione integrale:
vi si può accedere solo per fini di studio. Aperto a tutti in primavera ed
estate, sempre vicino all’ingresso del Boscone, è invece il Giardino del
Delta, un orto botanico dove sono conservate specie floreali del parco.
Della
stessa stazione del Bosco della Mesola fanno parte i porti di Goro e Gorino
(noti per la pesca delle vongole e delle cozze) e il Lido di Volano. Tra
i punti di interesse spiccano il Castello Estense di Mesola (nella
cittadina omonima, dove ha sede il Centro di educazione ambientale del parco) e
la Torre dell’Abate, un’idrovora del XVII sec., a Santa Giustina di Mesola,
in passato usata per trasformare gli acquitrini in terreno coltivabile.
L’ultimo respiro di Anita
Lasciata la pescosa cittadina di Laguna, nel Sud del Brasile, e finita
chissà come tra le braccia di quel vagabondo di Giuseppe Garibaldi, l’amata
Anita, malata e indebolita dalla quinta gravidanza, esalò l’ultimo respiro nella
fattoria Guìccioli, in località Mandriole, il 4 agosto 1849. La compagna
dell’Eroe dei Due Mondi, braccata assieme a ‘Pepino’ dai soldati austriaci
alleati ai papalini, si trascinò attraverso le Valli di Comacchio, prima di
trovare la pace eterna. Un busto bronzeo e un cippo la ricordano. Per
raggiungere il luogo bisogna arrivare in località Sant’Alberto, in provincia di
Ravenna, oltre il fiume Reno. Da qui, proseguendo verso est, si arriva alla
fattoria, nei pressi dell’incrocio con la statale Romea, sulla sinistra.
Informazioni
c/o Consorzio del Parco Regionale del Delta del Po
via Cavour 11, tel. 0533 314003, Comacchio
www.parks.it/parco.delta.po.er
ALTRE FOTO su:
Nessun commento:
Posta un commento