Non tutte le macerie lasciate dai militari americani sul suolo di Okinawa sono da buttare. A Urasoe, cittadina non bellissima e con troppi saloni di pachinko a pochi chilometri da Naha, qualcuno ha avuto un’idea eccellente. Ristrutturare le abitazioni lasciate dagli americani qualche anno fa, trasformandole in piccole attività commerciali di qualità e buon gusto. Le sessantadue decrepite casette in legno - tutte uguali - di Minatogawa sono così state trasformate nella cosiddetta Stateside Town, una specie di micro-quartiere che dell’America ha mantenuto solo il nome per le vie (Kansas, Michigan, Virginia, Oregon, Arizona), ma che per il resto è giapponese al 100%. Una vociante scuola elementare al suo limitare ve lo ricorderà.
Alcune delle abitazioni, a un piano, sono ancora in fase di ristrutturazione, ma la maggior parte è stata affittata da piccoli imprenditori che ben conoscono il gusto giapponese per la qualità. Minuscoli caffè, pasticcerie, panetterie, saloni di bellezza e da tè, un ristorante pseudo-italiano (La Vita ), un laboratorio di tatuaggi, un ristorantino dove consumare ottimi ramen. Gli affitti hanno costi notevoli (oltre i mille euro al mese) a confronto di quelli del resto di Urasoe, ma alcuni imprenditori, nonostante l’alto prezzo dei prodotti venduti (pasticcini alla frutta a 5 euro), hanno un grande successo e possono permetterseli.
Una panetteria-pasticceria da non perdere è ippe coppe (www.ippe-coppe.com, 2-16-1 Minatogawa), dei simpatici Tsuyoshi (marito, con coppola caratteristica di Okinawa) e Minako (in arte ‘Mina’, moglie sempre sorridente). I due sfornano pane, torte e biscotti deliziosi, con prodotti biologici e organici, a prezzi onesti. La loro bottega sembra uscita dalle fiabe ed è un piacere entrarci.
A pochi passi, un luogo più unico che raro per i cultori del caffè, l’Okinawa Cerrado Arabica (www.okinawa-cerrado.petit.cc). È una piccola torrefazione di caffè, rivenduto in mezzo Giappone. Visitatela durante i fine settimana, quando le macchine staccano la spina e il giovane proprietario apre le porte ai consumatori. Vi scodellerà, a filtraggio, ampie tazze di grani scelti guatemaltechi, costaricani, etiopi, tanzaniani, brasiliani. Il meglio che circola nel mondo. Le potrete gustare sull’unico tavolino disponibile, unico come l’esperienza che proverete, avvolti da un aroma a cinque stelle. Lo zucchero c’è, ma se lo userete vi sentirete, poi, di aver commesso un peccato quasi capitale.
VIAGGIO
Alla dogana giapponese viene rilasciato un permesso turistico della validità massima di 90 giorni. Da Tokyo si può raggiungere Naha con le linee aeree low-cost Skymark (skymark.jp/en, da Narita o da Haneda), Air Asia (http://www.airasia.com/jp/en/home.page, solo da Narita) o Jetstar (jetstar.com/au/en/home, solo da Narita). Il volo da Narita dura circa 2 ore e mezza e costa, se prenotato almeno un mese prima (prenotazione on-line con carta di credito, da presentare al check-in, dove effettuare il pagamento), fra i 100 e i 150 euro, a seconda del periodo. Dall’aeroporto di Naha, a circa 6 km dal centro, si può prendere l’efficiente monorail (metropolitana sopraelevata), oppure un taxi (circa 1200 yen per il centro). Le bellissime isole minori dell’arcipelago possono essere raggiunte in aereo o in barca. Ai turisti stranieri che scelgono le ali, la compagnia JTA offre l’Okinawa Island Pass (jal.co.jp/jta/islandpass/). Acquistabile solo prima di arrivare in Giappone, è un carnet di almeno due voli (massimo cinque) su due rotte (da Naha a Ishigaki, Miyako e Kumejima; da Ishigaki a Miyako e Yonaguni) a 9000 yen a volo.
Sora House
A due minuti dalla stazione Miebashi del monorail, Naha
www.mco.ne.jp/˜sora39
Tel. 098-861-9939
Ostello frequentato dai backpacker di mezzo mondo, pulito e sicuro, a dieci minuti di cammino da Kokusai-dōri o dal porto Tomari. Camere con quattro letti a castello a 1700 yen a persona, possibilità di cucinare, wifi e lavatrice.
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