sabato 16 febbraio 2013

SOTTO ATTACCO DEGLI HACKER CINESI


Hacker cinesi, vedete di andare un po' affanculo

dalla mia pagina Fèssbokk, bloccata grazie a un report delle formiche censuratrici di Pechino

cari amici, lo sapete, Berlu non è mio fratello gemello, e i paggi della sua corte di zoccole e burattini non il mio circo preferito. Ma non credo che Fèssbokk mi abbia censurato per i miei giornalieri proclami di antiberlusconismo (visto che da Okinawa non posso votare almeno faccio la mia piccola campagnetta – orticello – politica, una valvola che mi riporta il respiro dopo la lettura quotidiana dei titoli della Repubblica). Credo, invece, che la questione sia molto diversa e, se possibile, assai più intrigante. Dai tempi de ‘L’isterico a metano’  (http://pietrowrites.blogspot.it/2012/03/listerico-metano.html) sono un partigiano sfegatato della fantascienza, per me scienza e basta. In altre parole, credo di essere sotto l’attacco degli hacker di Pechino. In passato ho scritto cosucce sul bel Paese della grande muraglia maraglia (questo è bolognese, per chi non lo sapesse) che non sono esattamente un dépliant dell’ente del turismo cino. Per esempio ‘Il Paese gentile’ (http://pietrotimes.blogspot.jp/2011/10/cina-il-paese-gentile.html), oppure una sanguinolenta indagine sulle macellerie di cani e gatti cinesi (‘Cani a merenda’, http://pietrotimes.blogspot.jp/2011/11/cina-cani-merenda.html). Ma i soldati del partito, credo (non ho prove), si devono essere accaniti in particolare contro una mia foto che si trova sul sito di AGE Fotostock (l’agenzia che più vende le mie immagini on-line, http://www.agefotostock.com/age/ingles/isphga01.asp?ph=scozzari&Page=1). Quella foto è l’emblema della Cina di oggi, il paese più capitalcomunista che esista (solo capitalista, in realtà zero comunista). La foto - qui riportata - nella quale gli hacker cini hanno inserito un cancro telematico che ha scatenato il nervo sensibile degli impiegati censori di FB rappresenta la via principale dello shopping di Shangai in cui, tra le vetrine scintillanti, un barbone infila la testa fino al pomo d’Adamo dentro un bidone della spazzatura mentre un passante lo osserva incuriosito. Ieri, in teoria, quella foto doveva essere corredata da una didascalia che riguardava la ‘novità’ europea del momento, il cosiddetto ‘foodsharing’ per aiutarsi nei periodi di crisi. Come ho provato a postarla FB mi ha bloccato. L’imputata è quella foto perché già una settimana fa quella medesima foto mi aveva bloccato (ma allora FB mi aveva permesso di sbloccare la situazione attraverso un codice ottenuto via telefono, cosa impossibile stavolta; il prossimo passo, credo, sarà quello di cancellarmi di tutto dalla loro bella comunità). E sono certo che la rogna sia relativa solo a quella foto, perché tutte le altre foto, provenienti dallo stesso sito, sono state postate senza problemi. Lo so, se le cose stanno davvero così vuol dire che in fondo gli X-files non sono poi così irreali. Me lo conferma anche un aneddoto capitato a una cara amica italiana che ama vivere tra i mangiacani. Tempo fa abitava a Dogcan, una simpatica cittadona della Cina meridionale. Conversando in italiano al cellulare con un amico padano, un giorno gli ha comunicato che le sarebbe piaciuto cambiare appartamento. A telefonata conclusa, dopo qualche minuto le è arrivato il messaggio di un’agenzia immobiliare locale che le proponeva l’occasione della vita. Morale della favola: il Grande Fratello non è solo una puttanata televisiva, attenti a chi vi legge/ascolta. Baci e abbracci. Appena li incontrerò di persona vi saluterò i marziani.

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