L'Induismo, diffuso nell'intero subcontinente indiano, in Nepal, nell'isola indonesiana di Bali, alle Mauritius e alle Fiji, è la maggiore religione orientale per numero di fedeli. Una delle più antiche dottrine esistenti - le sue radici risalgono a prima del 1000 a. C. -, anche quella indù è caratterizzata da numerosi testi sacri: primo fra tutti quello dei quattro Veda ("Divina Conoscenza"). La concezione della reincarnazione, sia degli uomini sia degli dèi, è fondamentale per questa religione: le successive rinascite dovrebbero portare tutti gli esseri verso il Moksha, lo stato di salvezza spirituale, raggiunto il quale si può uscire dal ciclo delle reincarnazioni (Samsara). A questo stato superiore ci si avvicina o ci si allontana tanto più le proprie azioni terrene sono buone o cattive: ciò avviene attraverso il Karma, una specie di legge causa-effetto, secondo la quale quanto più ci si comporta bene tanto più si ha la possibilità di venire reincarnati in un essere superiore e, viceversa, in uno inferiore se le proprie azioni sono spregevoli.
Qualsiasi occidentale venga per la prima volta a contatto con la religione indù, non può non rimanere strabiliato dalla quantità degli dèi che la caratterizzano e dai numerosi intrecci che tra questi intercorrono, sia in termini di nomi sia di rappresentazioni e di parentele. Uno stesso dio, per esempio, può apparire con nomi diversi da regione a regione, avere una o più mogli, o confondersi con animali che ne fungono da "veicoli" (vahana), sacri anch'essi. In India colorate raffigurazioni degli innumerevoli dèi vengono vendute, stampate su cartoline e poster, a ogni angolo di strada, e sono appese nelle case dei fedeli: un po' come i nostri santini, ma con una maggiore fantasia iconografica e, spesso, con colorazioni più sfavillanti.
È facile per il turista occidentale, non abituato nelle sue religioni monoteistiche a mescolare uomini, dèi e animali in un tutt'uno che componga il pantheon della sacralità, bollare l'Induismo come una nota di folclore delle zone che sta visitando, e riportare a casa un'idea molto confusa riguardo a questa religione. Così facendo si ricordano e si riescono a distinguere solo gli dèi più appariscenti: chi, anche tra i meno esperti di religioni orientali, non riconosce Ganesha (il dio Elefante) o Kali, la dea sanguinaria dalle molte braccia? Eppure, chiunque ritorni a casa dopo un viaggio in India, non può non provare una certa curiosità, un desiderio di capire di più e di riuscire a distinguere, con chiarezza, un dio dall'altro, addentrandosi nell'intricata giungla delle gerarchie e delle parentele fra i molti dèi, a volte assolutamente fantasiose e apparentemente romanzate.
Qualsiasi occidentale venga per la prima volta a contatto con la religione indù, non può non rimanere strabiliato dalla quantità degli dèi che la caratterizzano e dai numerosi intrecci che tra questi intercorrono, sia in termini di nomi sia di rappresentazioni e di parentele. Uno stesso dio, per esempio, può apparire con nomi diversi da regione a regione, avere una o più mogli, o confondersi con animali che ne fungono da "veicoli" (vahana), sacri anch'essi. In India colorate raffigurazioni degli innumerevoli dèi vengono vendute, stampate su cartoline e poster, a ogni angolo di strada, e sono appese nelle case dei fedeli: un po' come i nostri santini, ma con una maggiore fantasia iconografica e, spesso, con colorazioni più sfavillanti.
È facile per il turista occidentale, non abituato nelle sue religioni monoteistiche a mescolare uomini, dèi e animali in un tutt'uno che componga il pantheon della sacralità, bollare l'Induismo come una nota di folclore delle zone che sta visitando, e riportare a casa un'idea molto confusa riguardo a questa religione. Così facendo si ricordano e si riescono a distinguere solo gli dèi più appariscenti: chi, anche tra i meno esperti di religioni orientali, non riconosce Ganesha (il dio Elefante) o Kali, la dea sanguinaria dalle molte braccia? Eppure, chiunque ritorni a casa dopo un viaggio in India, non può non provare una certa curiosità, un desiderio di capire di più e di riuscire a distinguere, con chiarezza, un dio dall'altro, addentrandosi nell'intricata giungla delle gerarchie e delle parentele fra i molti dèi, a volte assolutamente fantasiose e apparentemente romanzate.
BRAHMA - È il dio creatore, simbolo dell'energia generatrice (brahman). Compone, assieme a Shiva e a Vishnu, la Trimurti, e i quattro Veda sono usciti dalla sua bocca. Nonostante la sua posizione di primaria importanza, è il dio della Trimurti meno frequentemente rappresentato e adorato. Possiede generalmente quattro braccia e quattro teste, simboli, queste ultime, della sua onniveggenza. È nato dall'Uovo Cosmico e usa, come veicolo animale, un'oca o un cigno. Spesso viene rappresentato colorato in rosso (rajaguna). Ha diverse mogli (Savitri, Saraswati, Brahmi, Gayatri), e i suoi figli sono Kama, Aditi, Daksha.
SARSWATI - Una delle mogli di Brahma, è la dea dello studio, delle arti e delle scienze. Cavalca un cigno (Hamsa) e suona il veena (specie di sitar).
GAYATRI - Altra moglie di Brahma, ha cinque teste e il suo nome corrisponde al verso sacro dei Veda dedicato al Sole-Savitri. È circondata da un'aureola di luce solare.
SHIVA - Terzo dio della Trimurti, è il simbolo della fertilità e della distruzione al tempo stesso. Il suo simbolo è il fallo (lingam), e ha sempre un tridente (trisul) fra le mani o attorno a sé. Talvolta è raffigurato come androgino (Ardhanisvara): la parte blu maschile, quella gialla femminile (questa rappresenta la sua shakti Parvati). Ha un terzo occhio - l'Occhio della Conoscenza - da quando sua moglie, Parvati, per gioco l'ha bendato, precipitando l'intero universo nell'oscurità (è a ricordo di quest'occhio che gli indiani si applicano un pallino o una goccia rossa o bianca sulla fronte - il tilak -, simbolo anche di ogni donna sposata).
Il suo veicolo è il toro sacro Nandi, e i suoi capelli, raccolti in lunghe trecce, formano una specie di tiara sul cranio, ornata con una falce di luna. Shiva viene rappresentato in diverse forme, variabili da luogo a luogo: può essere visto come Nataraja, re della danza, dove questa simboleggia la sua duplice azione distruttrice e creatrice; come asceta, seduto su di/vestito con una pelle di tigre, mentre medita sul monte Kailash (Himalaya) e fuma hashish (da cui la pratica analoga dei molti sadhu - asceti che vivono d'elemosina - dedicati a Shiva). In Nepal appare come il pacifico Pashupati, Signore degli Animali e di tutte le cose viventi; oppure come il terribile Bhairab - il quale, a sua volta, può avere ben sessantaquattro rappresentazioni, tutte negative -, mentre danza su di un corpo e indossa una collana fatta di teschi. Bhairab solitamente è nero, tiene in una mano una coppa ricavata da un teschio umano, e il suo veicolo è un cane. Shiva è marito di Parvati (Devi), ed è padre di Ganesha e di Kartikeya (Dio della Guerra). È anche noto come Mahadev (il Grande Dio).
PARVATI - Shakti di Shiva, è una bella dea, e costituisce l'elemento dinamico nella loro relazione, simboleggiata dallo Yoni, l'organo sessuale femminile. È nota anche come Mahadevi (la Grande Dea). Parvati, così come Shiva, può avere diverse forme:
KALI, la terribile Dea Nera, la più terrificante delle divinità, la quale richiede sacrifici (di animali), e indossa una collana di teschi; è la dea del terrore e delle disgrazie sanguinose (nasce nel Sud dell'India, un tempo tormentato da invasioni ed epidemie).
DURGA: la controparte di Kali, anch'essa terribile, possiede da otto a trentadue braccia, nelle quali impugna armi diverse; è in lotta con i demoni, e cavalca un leone (o una tigre); il suo nome significa l'Invincibile o l'Inaccessibile; in nome di lei la setta dei Thug faceva sacrifici umani. Parvati, inoltre, si incontra anche sotto forma di Uma (dea Luce), Gauri (dea benefica, la "Gialla"), Annapurna (dea del nutrimento). È figlia di Himalaya (padre) e di Mena, ed è madre di Ganesha e di Kartikeya.
KALI, la terribile Dea Nera, la più terrificante delle divinità, la quale richiede sacrifici (di animali), e indossa una collana di teschi; è la dea del terrore e delle disgrazie sanguinose (nasce nel Sud dell'India, un tempo tormentato da invasioni ed epidemie).
DURGA: la controparte di Kali, anch'essa terribile, possiede da otto a trentadue braccia, nelle quali impugna armi diverse; è in lotta con i demoni, e cavalca un leone (o una tigre); il suo nome significa l'Invincibile o l'Inaccessibile; in nome di lei la setta dei Thug faceva sacrifici umani. Parvati, inoltre, si incontra anche sotto forma di Uma (dea Luce), Gauri (dea benefica, la "Gialla"), Annapurna (dea del nutrimento). È figlia di Himalaya (padre) e di Mena, ed è madre di Ganesha e di Kartikeya.
GANESHA - Il dio-Elefante, figlio di Shiva e di Parvati, fratello di Kartikeya. É il patrono degli intellettuali, quello che aiuta a superare gli ostacoli della vita, ed è la divinità più popolare (maggiormente diffusa fra i ceti bassi) dell'India. Il suo veicolo è un topo (Akhu), e viene solitamente invocato prima di intraprendere un viaggio.
È anche dio della Prosperità, e deve la sua testa di elefante (su di un corpo umano) al carattere del padre Shiva: avendo questi scoperto la moglie Parvati a letto con un giovane amante, Shiva, di ritorno da un lungo viaggio, decapitò il figlio nato dal tradimento, ma la moglie lo obbligò a farlo rinascere. Per fare ciò, Shiva fu costretto a dare al corpo del figlio la testa del primo essere che vide passare nei paraggi: un elefante, appunto. Ganesha spesso sorride, e viene rappresentato con un corpo grassoccio; porta fortuna, e si ritiene che la sua furbizia sia contagiosa. Venne creato dalla madre Parvati nella pasta di zafferano.
KARTIKEYA (o KUMAR) - Fratello di Ganesha, è figlio di Shiva e di Parvati, e dio della Guerra. É anche noto come Skanda (nei Veda), ed è stato miracolosamente concepito solo dal seme del padre. Sua moglie è Komari (o Sena). Per la sua origine ambigua alle donne viene proibito di onorarlo. Nel calendario indiano uno dei mesi d'autunno, in suo onore, si chiama Kartik (ottobre/novembre). Il suo veicolo è un gallo.
VISHNU - È il secondo dio della Trimurti, il garante dell'equilibrio cosmico. Ha quattro braccia ed è facilmente riconoscibile per i simboli che tiene fra le mani: il sankha (una conchiglia, simbolo dell'etere), il chakra (arma a forma di disco, simbolo dell'aria), il gada (arma a forma di bastone, simbolo del fuoco) e il padma (il fiore di loto, simbolo dell'acqua). In Nepal è anche noto col nome di Narayan, dio che ha avuto un ruolo importante durante la creazione originaria dell'universo. Vishnu dorme sul Serpente Cosmico (Anantasesha, Custode della Terra) che avvolge il mondo e incarna l'energia allo stato puro (da qui l'importanza, in India, dei cacciatori e degli incantatori di serpenti). Vishnu è un dio benevolo che presiede ai destini umani, e che si presenta sotto l'aspetto di un giovane uomo che appare periodicamente sulla terra quando vi regna la disperazione. La caratteristica più curiosa di Vishnu è quella di possedere, nella cronologia temporale, una successione di dieci incarnazioni (Avatara, letteralmente "discese") differenti; queste sono, nell'ordine:
- MATSYA, il Pesce, la prima incarnazione.
- KURMA, la tartaruga sulla quale l'universo è stato costruito (seconda incarnazione). È l'Avatara più singolare, in quanto in esso appare uno dei più strani concetti della mitologia indù: quello del "Mare Frullato" (o dell'"Oceano Sbattuto"), da cui nascono l'Amrita - la bevanda dell'Immortalità - e le altre "tredici cose più belle del mondo" (Chaturdasa Ratnam: in tutto le quattordici cose a cui continuamente fanno riferimento i testi indiani): Laxmi, dea della Fortuna e della Bellezza; Dhanvantari, il medico autore del Yajur-Veda (testo sacro); Sura, dea del Vino; Chandra, la Luna; Rambha, la ninfa; Uchchaihsravas, il cavallo bianco; Airavata, l'elefante bianco; Parijata, l'albero addobbato con tutti i desideri della vita; Kaustubha, il più bel gioiello del mondo (al collo di Vishnu); Surabhi, la vacca dell'abbondanza; Sankha, la conchiglia di Vishnu; Dhanu, il miglior arco del mondo; Visha, il veleno, inteso come medicina efficace.
- VARAHA, la terza incarnazione di Vishnu: è sotto forma di un cinghiale, simbolo della forza sulle tenebre. È lui che ha sconfitto un terribile demone che voleva distruggere il mondo.
- NARASIMHA, la quarta incarnazione: mezzo uomo e mezzo leone, anche questo dio è in lotta con un demone.
- VAMANA, quinta incarnazione: è un uomo che ha rivendicato il mondo dal re-demone Bali; è astuto e abile stratega.
- PARASURAMA, sesta incarnazione: è il dio della Scure Invincibile (parasu, l'accetta). È stato un grande guerriero e conservatore della fede religiosa.
- RAMA, settima incarnazione: è l'eroe principale del Ramayana, uno dei grandi poemi epici indù. È noto anche col nome di Ramachandra (o Raghava), e ha sempre l'arco Dhanu - il migliore del mondo - tra le mani. Rama è il più importante degli Avatara (assieme all'ottavo, Krishna), poiché rappresenta l'incarnazione di fatti storici dell'India antica. Con l'aiuto di Hanuman - il dio-Scimmia, suo veicolo - è riuscito a riprendersi la bella moglie Sita dalle grinfie di Ravana, il perfido re di Lanka. È figlio di Dasaratha (re di Ayodhya) e di Kausilya.
- KRISHNA, ottava incarnazione: viene rappresentato sia come un bambino grassoccio dalla carnagione azzurrastra (spesso accompagnato dal fratello maggiore Balram, o in braccio alla madre adottiva Yashoda), sia come un giovane di bell'aspetto, mentre suona il flauto in compagnia della moglie (la più importante) Radha, o della sua vacca sacra; è spesso accompagnato dai suoi animali preferiti, il pavone e il piccione. È figlio di un principe (Vasudeva), ed è stato allevato fra i contadini, di cui viene considerato il protettore. Ha numerosi figli, ed è anche il patrono dei buontemponi. È un guerriero nei Mahabharata (poema epico antico) e il principale soggetto nei racconti dei suoi amori con le gopi (pastorelle sue amanti) di Brindaban (ove Krishna visse da giovane), delle quali Radha è la preferita. Sua madre è Devaki e i suoi figli più noti sono Pradyumna (avuto dall'altra moglie Rukmini) e Charumati. Krishna può anche essere rappresentato come Virat Swarup (o Viratarupa), nella forma dell'Essere Supremo, composto da parti di diversi animali e con numerose teste; in questo caso è da intendersi come il Re delle Forme Universali, il glorioso corpo universale, oppure come il "dio degli dei".
- BUDDHA, la nona incarnazione: è stata la tradizione popolare a volere questo famoso non/dio come una delle incarnazioni di Vishnu, limitandone l'importanza rispetto al Buddhismo. Naturalmente, i buddhisti non si riconoscono questa interpretazione diminutiva, questa inclusione del loro Essere supremo in un ramo di un'altra religione. Ma, essendo il Buddha nato in India, gli indiani lo hanno voluto considerare anche come una loro divinità.
- KALKI, la decima e ultima incarnazione di Vishnu: è il Distruttore, e deve ancora venire; è legato alla concezione, tipicamente indù, della "fine del mondo": Kalki apparirà su di un cavallo bianco, sguainando la sua sciabola vendicatrice, e distruggerà il mondo, per poi ricreare un nuovo ciclo.
- MATSYA, il Pesce, la prima incarnazione.
- KURMA, la tartaruga sulla quale l'universo è stato costruito (seconda incarnazione). È l'Avatara più singolare, in quanto in esso appare uno dei più strani concetti della mitologia indù: quello del "Mare Frullato" (o dell'"Oceano Sbattuto"), da cui nascono l'Amrita - la bevanda dell'Immortalità - e le altre "tredici cose più belle del mondo" (Chaturdasa Ratnam: in tutto le quattordici cose a cui continuamente fanno riferimento i testi indiani): Laxmi, dea della Fortuna e della Bellezza; Dhanvantari, il medico autore del Yajur-Veda (testo sacro); Sura, dea del Vino; Chandra, la Luna; Rambha, la ninfa; Uchchaihsravas, il cavallo bianco; Airavata, l'elefante bianco; Parijata, l'albero addobbato con tutti i desideri della vita; Kaustubha, il più bel gioiello del mondo (al collo di Vishnu); Surabhi, la vacca dell'abbondanza; Sankha, la conchiglia di Vishnu; Dhanu, il miglior arco del mondo; Visha, il veleno, inteso come medicina efficace.
- VARAHA, la terza incarnazione di Vishnu: è sotto forma di un cinghiale, simbolo della forza sulle tenebre. È lui che ha sconfitto un terribile demone che voleva distruggere il mondo.
- NARASIMHA, la quarta incarnazione: mezzo uomo e mezzo leone, anche questo dio è in lotta con un demone.
- VAMANA, quinta incarnazione: è un uomo che ha rivendicato il mondo dal re-demone Bali; è astuto e abile stratega.
- PARASURAMA, sesta incarnazione: è il dio della Scure Invincibile (parasu, l'accetta). È stato un grande guerriero e conservatore della fede religiosa.
- RAMA, settima incarnazione: è l'eroe principale del Ramayana, uno dei grandi poemi epici indù. È noto anche col nome di Ramachandra (o Raghava), e ha sempre l'arco Dhanu - il migliore del mondo - tra le mani. Rama è il più importante degli Avatara (assieme all'ottavo, Krishna), poiché rappresenta l'incarnazione di fatti storici dell'India antica. Con l'aiuto di Hanuman - il dio-Scimmia, suo veicolo - è riuscito a riprendersi la bella moglie Sita dalle grinfie di Ravana, il perfido re di Lanka. È figlio di Dasaratha (re di Ayodhya) e di Kausilya.
- KRISHNA, ottava incarnazione: viene rappresentato sia come un bambino grassoccio dalla carnagione azzurrastra (spesso accompagnato dal fratello maggiore Balram, o in braccio alla madre adottiva Yashoda), sia come un giovane di bell'aspetto, mentre suona il flauto in compagnia della moglie (la più importante) Radha, o della sua vacca sacra; è spesso accompagnato dai suoi animali preferiti, il pavone e il piccione. È figlio di un principe (Vasudeva), ed è stato allevato fra i contadini, di cui viene considerato il protettore. Ha numerosi figli, ed è anche il patrono dei buontemponi. È un guerriero nei Mahabharata (poema epico antico) e il principale soggetto nei racconti dei suoi amori con le gopi (pastorelle sue amanti) di Brindaban (ove Krishna visse da giovane), delle quali Radha è la preferita. Sua madre è Devaki e i suoi figli più noti sono Pradyumna (avuto dall'altra moglie Rukmini) e Charumati. Krishna può anche essere rappresentato come Virat Swarup (o Viratarupa), nella forma dell'Essere Supremo, composto da parti di diversi animali e con numerose teste; in questo caso è da intendersi come il Re delle Forme Universali, il glorioso corpo universale, oppure come il "dio degli dei".
- BUDDHA, la nona incarnazione: è stata la tradizione popolare a volere questo famoso non/dio come una delle incarnazioni di Vishnu, limitandone l'importanza rispetto al Buddhismo. Naturalmente, i buddhisti non si riconoscono questa interpretazione diminutiva, questa inclusione del loro Essere supremo in un ramo di un'altra religione. Ma, essendo il Buddha nato in India, gli indiani lo hanno voluto considerare anche come una loro divinità.
- KALKI, la decima e ultima incarnazione di Vishnu: è il Distruttore, e deve ancora venire; è legato alla concezione, tipicamente indù, della "fine del mondo": Kalki apparirà su di un cavallo bianco, sguainando la sua sciabola vendicatrice, e distruggerà il mondo, per poi ricreare un nuovo ciclo.
LAKSHMI (o LAXMI) - È la moglie di Vishnu, dea del Benessere, della Prosperità, della Fortuna e della Bellezza; spesso viene raffigurata mentre riversa dalle mani numerose monete. È nata dal Mare Frullato, emergendo dalla schiuma primordiale. Poggia sul Loto-Padma, fiore sacro che galleggia sulla spuma delle acque sempiterne. È anche la dea dell'incostanza e della civetteria, così come delle donne perdute. Laxmi segue Vishnu nei suoi dieci Avatara, subendo altrettante incarnazioni: Sita, moglie di Rama, Rukmini, sposa di Krishna, ecc. Ha soltanto due braccia, e spesso è circondata da elefanti bianchi che le rendono omaggio. Suo figlio è il dio dell'Amore Kama.
KAMA - Dio dell'Amore, una specie di Cupido indù, che scaglia frecce infiorate per far nascere l'amore. Da lui prende spunto il Kama-Sutra, il popolare codice dell'amore indiano del IV sec. d.C. Il suo arco è costituito da una canna da zucchero e da una corda formata da una fila di api.
HANUMAN - Il dio Scimmia, patrono dei lottatori e modello di devoto perfetto, che non si pone dubbi sulla propria fede. Ha fama di personaggio fine ed erudito in ogni scienza. Possiede il dono dell'eterna giovinezza. Anche le sue imprese - così come quelle di Rama, di cui è veicolo - sono contenute nel Ramayana. È uno degli dei più popolari dell'India e comanda l'esercito delle scimmie. È figlio di Vayu-Pavana (Dio del Vento) e di Anjana, una ninfa.
GARUDA - È il più antico degli animali divinizzati. Si tratta di un gigantesco ibrido uomo/aquila che porta la luce del Sole e combatte i serpenti a sonagli Naga. È Re degli uccelli, e funge da veicolo di Vishnu e di Lakshmi. Spesso viene rappresentato in ginocchio, con le mani unite in preghiera, mentre riverisce Vishnu. È figlio di Kasyapa (La Tartaruga) e di Vinata.
DATTATRAYA (o DATTATREY) - Divinità considerata come un'ennesima incarnazione di Vishnu, come il maestro di Shiva o come il cugino di Buddha.
ALTRE DIVINITÀ:
Nei Veda, inoltre, sono contemplati innumerevoli altri dèi, rappresentati più raramente rispetto a quelli già citati; fra questi:
- ADITI: l'Infinità, Madre degli dèi
- INDRA: re degli dèi
- VARUNA: dio del Cielo e delle Acque
- AGNI: dio del Fuoco
- ARYAMAN: dio del Matrimonio
- ASVIN: dei gemelli della Medicina vedica
- BHAGA: dio del Benessere
- BRIHASPATI: dio del Sacrificio
- CHANDRA: dio della Luna
- DAKSHA: la metà/maschio di Brahma manifestato
- DYAUS: il Cielo-Padre
- KUBERA: dio della Ricchezza
- MARUT: dei delle Nuvole
- MATARISVAN: il Prometeo vedico
- MITRA: dio del Sole
- PARJANYA: dio della Pioggia
- PRITVI: dio della Terra-Natura
- PUSHAN: dio dei Pastori
- RUDRA: capo dei Marut e dei Rudra; forse il Fulmine
- SAVITRI: il Sole, personificazione della Luce Suprema, animatrice dell'essere
- SURYA: dio del Sole
- USHA: dea dell'Aurora; sorella di RATRI, la Notte
- VAYU: dio del Vento
- VISVAKARMAN: l'Architetto del Mondo
- YAMA: dio della Morte
Nei Veda, inoltre, sono contemplati innumerevoli altri dèi, rappresentati più raramente rispetto a quelli già citati; fra questi:
- ADITI: l'Infinità, Madre degli dèi
- INDRA: re degli dèi
- VARUNA: dio del Cielo e delle Acque
- AGNI: dio del Fuoco
- ARYAMAN: dio del Matrimonio
- ASVIN: dei gemelli della Medicina vedica
- BHAGA: dio del Benessere
- BRIHASPATI: dio del Sacrificio
- CHANDRA: dio della Luna
- DAKSHA: la metà/maschio di Brahma manifestato
- DYAUS: il Cielo-Padre
- KUBERA: dio della Ricchezza
- MARUT: dei delle Nuvole
- MATARISVAN: il Prometeo vedico
- MITRA: dio del Sole
- PARJANYA: dio della Pioggia
- PRITVI: dio della Terra-Natura
- PUSHAN: dio dei Pastori
- RUDRA: capo dei Marut e dei Rudra; forse il Fulmine
- SAVITRI: il Sole, personificazione della Luce Suprema, animatrice dell'essere
- SURYA: dio del Sole
- USHA: dea dell'Aurora; sorella di RATRI, la Notte
- VAYU: dio del Vento
- VISVAKARMAN: l'Architetto del Mondo
- YAMA: dio della Morte
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