venerdì 6 luglio 2012

ITALIA - BOLOGNA, CHE COSA C'È DI NUOVO SUL MENÙ


CAPITALE DELL’EMILIA E, FORSE, DEL GELATO, L’ANTICA BONONIA CAMBIA PELLE. MA SEMPRE ALL’OMBRA DELLE DUE TORRI

C’era una volta la famigerata cartolina delle 3T - torri, tortellini, tette - tutti e tre appassionatamente raffigurati sulla medesima, spedita alle famiglie dai militari in libera uscita. E qualche tempo fa, Alessandro Bergonzoni, geniale giocoliere di parole felsineo, recitava una frase storica: «Bologna piace per due motivi: il primo e il secondo». Oggi si può dire che i numeri di Bologna, Bulàgna per gli indigeni, sono cresciuti. La modernità incalza, la globalizzazione s’infiltra, le nuove generazioni cambiano gusti, anche se quello dei tortellini è difficile da scalzare dal dna bononiensis. Ecco, dunque, un itinerario del nuovo. E da dove cominciare, se non dalla cucina?
Simbolo della novità gastronomiche del panorama bolognese è Eataly (via degli Orefici 19, tel. 051.0952820, bologna.eataly.it; aperto tutti i giorni fino a mezzanotte) parte dell’omonima catena con locali anche in Piemonte, a Milano, a New York e a Tokyo. Si trova al primo piano della libreria Coop Ambasciatori, cosa che ha trasformato questa location in un bell’esempio di locale multifunzionale. Offre un menu vario (porzioni piccole; si pranza spendendo una trentina di euro a testa), dai 'classici' a qualche leccornia ricercata come l’hamburger Cisgiotto, accompagnato da purè e crema di zucca.





Per piatti raffinati, dal 2008 è attivo il ristorante I Portici (via Indipendenza 69, iporticihotel.com; 40 coperti, menu di quattro portate da 58 euro, chiuso la domenica e il lunedì). All’interno dell’hotel omonimo, offre cucina ricercata firmata da Guido Haverkok nella cornice del caffè chantant Kursaal Eden, inaugurato nel 1899.
Chi ama il connubio 'buona cucina/tirar tardi' da anni finisce in via Mascarella, nella zona universitaria. Lì c’è solo l’imbarazzo della scelta, ma tra le novità va segnalato il Bar Ortica (al n. 26; chiuso la domenica). Birre fantastiche e cucina varia, con buoni piatti di couscous a prezzi contenuti. All’interno niente ortiche, ma due sale arredate in maniera semplice, che ti fanno sentire a casa. A pochi passi, la libreria Modo Infoshop (al 24b, modoinfoshop.com; aperta tutti i giorni fino alle 24), dov’è possibile reperire fumetti di nicchia, dai manga più matti agli albi d’autore. La libreria ospita presentazioni e concerti, ed è affiancata dal bar (aperto tutti i giorni) specializzato nel servire vino fornito da piccoli produttori, bibite analcoliche d’altri tempi come la spuma nera degli anni Sessanta, oppure il guaranito di Altromercato (niente Coca-Cola né Fanta, per intenderci).







Altro nuovo punto di riferimento cittadino è l’ormai famoso MaMbo (Museo d’Arte Moderna di Bologna, via Don Minzoni 14, mambo-bologna.org), con le sue mostre e l’aperitivo, frequentatissimo dal martedì alla domenica, a base di piatti vegetariani. A pochi metri, si trovano il Cassero Salara (sede dell’Arcigay e di innumerevoli eventi culturali) e il rinnovato parco del Cavaticcio, collegati fra loro a costituire un’aera piuttosto bella. Sono state risanate e vengono tenute pulite le rive del fiume, che creano uno spazio un po’ stile 'spiaggia parigina' dove si fa aperitivo e, d’estate, si prende il sole.
Girato l’angolo all’altezza di Porta Lame, presso il cinema Lumiére che fa parte della nuova Cineteca (via Azzo Gardino 65, cinetecadibologna.it) al sabato mattina viene allestito il popolare Mercato della Terra (mercatidellaterra.it), con un ristorante biologico che è un’altra meta gettonata per l’aperitivo. Tra le bancarelle: atmosfera da sagra paesana, gente di ogni genere, polli vivi e pulcini, formaggi, vini biologici, miele, frutta, verdura del territorio e, tocco di classe, il pesce dei pescatori romagnoli: sarde alla griglia, cozze, vongole, tutto ottimo, abbondante ed economico. Un mercato biologico simile, e altrettanto nuovo, con ottime cose da mangiare, è l’XM24 (via Fioravanti 24, ecn.org), che si tiene ogni giovedì nella sede dell’ex mercato ortofrutticolo. 




Piada DOC
La tua piadina (via Borgonuovo 17/a, latuapiadina.com) propone 'piade' veraci declinate in varianti infinite - la Bertinoro è alta, la Riccione è sottile, la Nerella è fatta con mallo di noce - ma sempre farcite con ingredienti di prima qualità e a prezzi onesti (da 80 centesimi a 5,15 euro).


Negli ultimi sei-sette anni Bologna è diventata un polo italiano d’eccellenza per il gelato. Sono sorte decine di gelaterie, una più buona dell’altra, seguendo a grandi linee due scuole di pensiero: quella della cremeria (ipericca, con panna, uovo, zucchero, cioccolati) e quella che propone un gelato di tipo siciliano (leggero, ma ricco di sapore). Tra i campioni: Sorbetteria (via Castiglione 44, lasorbetteria.it), che vanta anche una rinomata scuola di gelato; Stefino (via Galliera 49/b, stefino.com), che offre gelato leggero e con gusti meravigliosi tipo  Cuneo (gianduia al rum) o Cuba (cioccolato fondente e amarene); Cremeria Funivia (via Porretana 158, cremeriafunivia.com) a detta di alcuni la numero uno; Chocolate (via Guerrazzi 25) provate il frutto della passione; Venchi (via degli Orefici 23, venchi.it) celebre per il cioccolato; Gianni (tre sedi in città: via Montegrappa 11, via D’Azeglio 77 e alla base della Torre Garisenda, gelateriagianni.com) ottimo pistacchio di Bronte; la storica Ugo (via San Felice 24), stracciatella con pezzi di cioccolato ciclopici; Gelatauro (via San Vitale 98/b, gelatauro.com) cioccolato all’arancia; Tentazioni (via Toscana 2), spettacolari il gusto Diavoletto, cioccolato fondente con fragoline di bosco, e i ghiaccioli artigianali. 


E cosa dopo il gelato, se non un buon caffè? Tra le centinaia di bar che offrono ottimo espresso, due novità 'esotiche' ed eticamente corrette, con miscele deliziose provenienti da mezzo mondo: Equinozio (via Collegio di Spagna 5, equinoziobologna.it) e Aroma (via Porta Nuova 12).



Cultura con la C maiuscola, e ingresso gratuito, al nuovo museo di Palazzo Fava (via Manzoni 2, genusbononiae.it; chiuso il lunedì) riservato a mostre di natura varia, dall’arte contemporanea a quelle di rievocazione storica, in un bellissimo edificio cinquecentesco restaurato e aperto al pubblico da poco tempo. Rimanendo in tema, da non mancare - anche se non è una novità, ma pochi lo conoscono - l’interessantissimo Museo del Patrimonio Industriale (via della Beverara 123, comune.bologna.it; chiuso il lunedì), nell’ex Fornace Galotti lungo il Canale Navile, con un’eccellente ricostruzione dell’industria della seta, di cui Bologna fu campione. In più, un excursus completo sulle piccole e medie industrie che hanno fatto la fortuna della città, da quelle motociclistiche a quelle della mortadella, da quelle per i gelati a quelle dei giocattoli.




Per chiudere in bellezza fate un giro in moto sui colli (non necessariamente con una Vespa 50 Special). È un’ottima occasione per ammirare Bologna dalle alture che la circondano. Tragitto migliore? Imboccate via Siepelunga, arrivate a Monte Donato e di lì raggiungete, dopo mille curve, il santuario di San Luca. Nei dintorni, il Fienile Fluò (via Paderno 9, crexida.it): teatro, enoteca, laboratorio per spettacoli teatrali, concerti, seminari di cinema, laboratori per bambini. Si mangia affacciati sulle colline, cucina discreta e prezzi pure.
Infine, tenetevi stretti, in città è arrivata la novità delle novità: le nuove macchinette automatiche alla stazione ferroviaria. L’era delle code infinite alle biglietterie sembra tramontata.

Pubblicato su Panorama Travel

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