CAPITALE DELL’EMILIA E, FORSE, DEL
GELATO, L’ANTICA BONONIA CAMBIA
PELLE. MA SEMPRE ALL’OMBRA DELLE DUE TORRI
C’era una volta la famigerata cartolina delle 3T - torri, tortellini, tette - tutti e tre appassionatamente raffigurati sulla medesima, spedita alle famiglie dai militari in libera uscita. E qualche tempo fa, Alessandro Bergonzoni, geniale giocoliere di parole felsineo, recitava una frase storica: «Bologna piace per due motivi: il primo e il secondo». Oggi si può dire che i numeri di Bologna, Bulàgna per gli indigeni, sono cresciuti. La modernità incalza, la globalizzazione s’infiltra, le nuove generazioni cambiano gusti, anche se quello dei tortellini è difficile da scalzare dal dna bononiensis. Ecco, dunque, un itinerario del nuovo. E da dove cominciare, se non dalla cucina?
Simbolo della novità gastronomiche del panorama bolognese è Eataly (via degli Orefici 19, tel.
051.0952820, bologna.eataly.it; aperto
tutti i giorni fino a mezzanotte) parte dell’omonima catena con locali anche in
Piemonte, a Milano, a New York e a Tokyo. Si trova al primo piano della
libreria Coop Ambasciatori, cosa che ha trasformato questa location in un
bell’esempio di locale multifunzionale. Offre un menu vario (porzioni piccole;
si pranza spendendo una trentina di euro a testa), dai 'classici' a qualche
leccornia ricercata come l’hamburger Cisgiotto,
accompagnato da purè e crema di zucca.
Per piatti raffinati, dal 2008 è attivo il ristorante I Portici (via Indipendenza 69, iporticihotel.com; 40 coperti, menu di
quattro portate da 58 euro, chiuso la domenica e il lunedì). All’interno
dell’hotel omonimo, offre cucina ricercata firmata da Guido Haverkok nella
cornice del caffè chantant Kursaal Eden, inaugurato nel 1899.
Chi ama il connubio 'buona cucina/tirar tardi' da anni
finisce in via Mascarella, nella zona universitaria. Lì c’è solo l’imbarazzo
della scelta, ma tra le novità va segnalato il Bar Ortica (al n. 26; chiuso la domenica). Birre fantastiche e
cucina varia, con buoni piatti di couscous a prezzi contenuti. All’interno
niente ortiche, ma due sale arredate in maniera semplice, che ti fanno sentire
a casa. A pochi passi, la libreria Modo
Infoshop (al 24b, modoinfoshop.com;
aperta tutti i giorni fino alle 24), dov’è possibile reperire fumetti di
nicchia, dai manga più matti agli albi d’autore. La libreria ospita
presentazioni e concerti, ed è affiancata dal bar (aperto tutti i giorni)
specializzato nel servire vino fornito da piccoli produttori, bibite
analcoliche d’altri tempi come la spuma nera degli anni Sessanta, oppure il
guaranito di Altromercato (niente Coca-Cola né Fanta, per intenderci).
Altro nuovo punto di riferimento cittadino è l’ormai famoso MaMbo (Museo d’Arte Moderna di Bologna,
via Don Minzoni 14, mambo-bologna.org),
con le sue mostre e l’aperitivo, frequentatissimo dal martedì alla domenica, a
base di piatti vegetariani. A pochi metri, si trovano il Cassero Salara (sede
dell’Arcigay e di innumerevoli
eventi culturali) e il rinnovato parco
del Cavaticcio, collegati fra loro a costituire un’aera piuttosto bella.
Sono state risanate e vengono tenute pulite le rive del fiume, che creano uno
spazio un po’ stile 'spiaggia parigina' dove si fa aperitivo e, d’estate, si
prende il sole.
Girato l’angolo all’altezza di Porta Lame, presso il cinema Lumiére che fa parte della nuova
Cineteca (via Azzo Gardino 65, cinetecadibologna.it) al sabato mattina
viene allestito il popolare Mercato
della Terra (mercatidellaterra.it),
con un ristorante biologico che è un’altra meta gettonata per l’aperitivo. Tra
le bancarelle: atmosfera da sagra paesana, gente di ogni genere, polli vivi e
pulcini, formaggi, vini biologici, miele, frutta, verdura del territorio e,
tocco di classe, il pesce dei pescatori romagnoli: sarde alla griglia, cozze,
vongole, tutto ottimo, abbondante ed economico. Un mercato biologico simile, e
altrettanto nuovo, con ottime cose da mangiare, è l’XM24 (via Fioravanti 24, ecn.org),
che si tiene ogni giovedì nella sede dell’ex mercato ortofrutticolo.
Piada DOC
La tua piadina (via Borgonuovo
17/a, latuapiadina.com) propone 'piade' veraci declinate in varianti infinite - la Bertinoro è alta, la
Riccione è sottile, la Nerella è fatta con mallo di noce - ma sempre farcite
con ingredienti di prima qualità e a prezzi onesti (da 80 centesimi a 5,15
euro).
Negli ultimi sei-sette anni Bologna è diventata un polo
italiano d’eccellenza per il gelato. Sono sorte decine di gelaterie, una più
buona dell’altra, seguendo a grandi linee due scuole di pensiero: quella della
cremeria (ipericca, con panna, uovo, zucchero, cioccolati) e quella che propone
un gelato di tipo siciliano (leggero, ma ricco di sapore). Tra i campioni: Sorbetteria (via Castiglione 44, lasorbetteria.it), che vanta anche una
rinomata scuola di gelato; Stefino
(via Galliera 49/b, stefino.com), che
offre gelato leggero e con gusti meravigliosi tipo Cuneo (gianduia al rum) o Cuba (cioccolato
fondente e amarene); Cremeria Funivia (via Porretana 158, cremeriafunivia.com) a detta di alcuni la numero uno; Chocolate (via Guerrazzi 25) provate il
frutto della passione; Venchi (via
degli Orefici 23, venchi.it) celebre
per il cioccolato; Gianni (tre
sedi in città: via Montegrappa 11, via D’Azeglio 77 e alla base della
Torre Garisenda, gelateriagianni.com)
ottimo pistacchio di Bronte; la storica Ugo
(via San Felice 24), stracciatella con pezzi di cioccolato ciclopici; Gelatauro (via San Vitale 98/b, gelatauro.com) cioccolato all’arancia; Tentazioni (via Toscana 2), spettacolari
il gusto Diavoletto, cioccolato fondente con fragoline di bosco, e i ghiaccioli
artigianali.
E cosa dopo il gelato, se non un buon caffè? Tra le
centinaia di bar che offrono ottimo espresso, due novità 'esotiche' ed
eticamente corrette, con miscele deliziose provenienti da mezzo mondo: Equinozio (via Collegio di Spagna 5, equinoziobologna.it) e Aroma (via Porta Nuova 12).
Cultura con la C maiuscola, e ingresso gratuito, al nuovo
museo di Palazzo Fava (via Manzoni
2, genusbononiae.it; chiuso il
lunedì) riservato a mostre di natura varia, dall’arte contemporanea a quelle di
rievocazione storica, in un bellissimo edificio cinquecentesco restaurato e
aperto al pubblico da poco tempo. Rimanendo in tema, da non mancare - anche se
non è una novità, ma pochi lo conoscono - l’interessantissimo Museo del Patrimonio Industriale (via
della Beverara 123, comune.bologna.it;
chiuso il lunedì), nell’ex Fornace Galotti lungo il Canale Navile, con
un’eccellente ricostruzione dell’industria della seta, di cui Bologna fu
campione. In più, un excursus completo sulle piccole e medie industrie che
hanno fatto la fortuna della città, da quelle motociclistiche a quelle della
mortadella, da quelle per i gelati a quelle dei giocattoli.
Per chiudere in bellezza fate un giro in moto sui colli (non
necessariamente con una Vespa 50 Special). È un’ottima occasione per ammirare
Bologna dalle alture che la circondano. Tragitto migliore? Imboccate via
Siepelunga, arrivate a Monte Donato e di lì raggiungete, dopo mille curve, il
santuario di San Luca. Nei dintorni, il Fienile Fluò (via Paderno 9, crexida.it):
teatro, enoteca, laboratorio per
spettacoli teatrali, concerti, seminari
di cinema, laboratori per bambini. Si mangia affacciati sulle colline,
cucina discreta e prezzi pure.
Infine, tenetevi stretti, in città è arrivata la novità
delle novità: le nuove macchinette automatiche alla stazione ferroviaria. L’era
delle code infinite alle biglietterie sembra tramontata.
Pubblicato su Panorama Travel
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