Rio
de Janeiro a gennaio non è solo la capitale mondiale del piacere, all’insegna
dei 40°C in spiaggia e dei preparativi per il carnevale, degli chopp
(bicchieri di birra alla spina) gelati e delle ferie locali. Ai più sembrerà
strano, ma è proprio in questo torrido periodo che la cidade maravilhosa
vive uno dei suoi momenti spirituali più intensi. Il 20 gennaio, infatti, Rio dedica la giornata al suo patrono, São
Sebastião (San Sebastiano, per chi non può fare a meno di italianizzarne il
nome). Il santo, sanguinante e trafitto dalle frecce del martirio, occupa un
posto di primo piano, oltre che nella dottrina cattolica ‘classica’, anche nel candomblé
e nell’umbanda, le forme locali del sincretismo religioso afro-brasiliano.
Secondo i culti giunti dall’Africa, poi sviluppatisi autonomamente in Brasile
(gli schiavi si trovarono obbligati dai padroni a chiamare gli orixás -
gli dèi africani – con i nomi dei santi cattolici), questo santo corrisponde a
diverse divinità sincretiche, a seconda dei luoghi: a Recife (Pernambuco), per
esempio, è Omolu (o Xapanã, ‘Figlio del Signore’), un orixá
tra i più temuti e popolari, in quanto domina sulla salute. Può curare ogni
malattia, perfino la peste, il vaiolo e ogni tipo di contagio: le malattie
contagiose, in realtà, sono le punizioni che infligge a chi non lo rispetta
adeguatamente. A São Paulo, invece, São Sebastião viene identificato con Ogum
(o Ogun), dio delle guerre armato di spada di ferro (suo simbolo),
lancia, elmo, scudo e corazza d'acciaio. È il dio di tutti coloro che, per
mestiere, hanno a che fare con i metalli: fabbri, autisti (di treni e di
automobili), cacciatori. A Rio de Janeiro, infine, il santo corrisponde ad Oxossi
(od Odé), un grande cacciatore che abita le foreste più impenetrabili. È
il rappresentante della medicina nella mitologia africana: per i popoli nativi
le sue foglie e le sue erbe medicinali sono fonti di salute. Protegge tutta la
flora e la fauna, essendo il dio del bosco e della caccia.
La
processione dedicata al patrono dei cariocas ha origine nella
futuristica Cattedrale Metropolitana di São Sebastião, uno dei punti di riferimento
della città: la sua forma, simile a quella di un’astronave aliena atterrata a
breve distanza dalla Baia di Guanabara, non può passare inosservata. Il grande
edificio conico si trova lungo l’Avenida República do Chile 245, all’incrocio
con l’Avenida República do Paraguai, nel centro storico della città, a pochi
passi dall’Acquedotto della Lapa. Quasi di fronte alla Cattedrale, inoltre, si
erge l’altrettanto moderno palazzo della Petrobrás, l’ente statale per lo
sfruttamento del petrolio. Per raggiungere questa zona si può usare la comoda
metropolitana, scendendo alla fermata Carioca. La chiesa, consacrata al culto
nel 1980, è aperta tutti i giorni dalle 7 alle 18 e ospita un museo di arte
sacra. Se l’esterno offre una vista piuttosto lugubre e inquietante (l’astronave
sembra ricoperta dalla fuliggine), l’interno - fresco e silenzioso - riporta il
fedele e il semplice visitatore a un’atmosfera mistica e riservata, grazie
soprattutto alle bellissime vetrate colorate. Una volta entrati, il contrasto
con il calore e i rumori dell’esterno è molto forte.
La
processione del 20 gennaio inizia solitamente in tarda mattinata. All’esterno
si assiepano fedeli e venditori ambulanti di copinhos (bicchieri
sigillati) di acqua fredda, di quadretti con immagini religiose e di fitas,
i braccialetti con il nome del santo. Questi nastrini colorati, almeno secondo
quanto riferito da chi le vende e da chi li compra, dovrebbero portare fortuna
(non è chiaro se a entrambi). Al momento di annodarli bisognerebbe esprimere un
desiderio, il quale si avvererà solo quando il braccialetto, ormai logoro per
il tempo e i lavaggi, si romperà da solo: non vale reciderlo di
proposito o anticiparne la rottura con sfregamenti ‘involontari’; in tal caso
il desiderio non si avvererebbe. Apparentemente tutte uguali tra loro -
variabili solo nella tinta -, le fitas, in realtà si differenziano a
seconda del nome che riportano, sempre corrispondente a quello di un santo.
Sebbene vendute come ‘prodotto artigianale’, sono prodotte su rocchetti lunghi
ettometri nelle industrie del Sud - a São Paulo o a Belo Horizonte -, per poi
essere rivendute al dettaglio, una ad una, con un notevole rincaro. Alcuni
turisti (soprattutto stranieri) a volte riescono a farsi abbindolare e a
pagarle fino a 10$.
La
processione ha inizio con una messa, alla quale partecipano i maggiori
esponenti della chiesa locale, varie autorità civili e numerosi fedeli.
L’immagine del santo è inizialmente conservata all’interno della Cattedrale, e
i credenti le porgono omaggio strofinando le mani o la fronte con una delle
tante fitas rosse - il colore del santo - che pendono dal torace e dal
piedistallo di São Sebastião. Terminato il rito, la statua del santo viene
caricata sul retro di un camioncino scoperto e portata in processione
attraverso le vie limitrofe del centro. La folla si assiepa attorno all'effigie
sacra - soprattutto nel momento in cui questa viene caricata sul mezzo, nel
tentativo di toccarla e trarne benedizione -, quindi si incolonna a seguito del
corteo. Molti presenti vestono abiti di colore rosso vivo - almeno parzialmente
- o bianco (tinta della purezza), così da formare un’atmosfera e un’energia
unica e positiva. Una volta tanto Copacabana e le sue folle di bagnanti
sembrano cose di un altro continente.
Pubblicato
su Qui Touring
Nessun commento:
Posta un commento